Cina: anche le star del cinema nel mirino del regime

Il presidente cinese Xi Jinping. REUTERS/Denis Balibouse - RTSW3PF

PECHINO.  – La popolare attrice cinese Zheng Shuang si è vista comminare una maxi-multa da 46 milioni di dollari per evasione fiscale, mentre un’altra star del cinema, Zhao Wei, ha visto cancellato ogni suo riferimento dai siti di video in streaming, nel mezzo della nuova campagna di Pechino contro il culto delle celebrità.

L’ondata di strette in Cina, da Internet all’economia, non ha risparmia nemmeno lo “star system”, con l’obiettivo di frenare quella che è stata definita “il culto caotico dei fan” e l’eccesso di celebrità dopo una serie di scandali che negli ultimi mesi hanno colpito i più grandi artisti del Paese, tra cui il cantante pop sino-canadese Kris Wu, arrestato con l’accusa di stupro a agosto.

“Da qualche tempo, i fallimentimorali degli artisti e le violazioni legali, il culto degli idoli più giovani e il mondo caotico dei fan hanno attirato un’attenzione diffusa nella società – ha tuonato martedì l’emittente statale Cctv, uno dei tre pilastri della comunicazione del Partito comunista -. Dobbiamo restituire al pubblico un ambiente letterario e artistico pulito e retto”.

L’amministrazione statale per la Radio, il Cinema e la Televisione ha chiarito in giornata i propositi moralizzatori della campagna: tolleranza zero contro l’evasione fiscale, le “paghe stellari” e i “contratti yin-yang”, ovvero quelle pratiche illegali di solito usate nel mondo dello spettacolo per occultare i reali compensi degli attori.

Zheng SHuang, 30 anni, è diventata popolare in Cina dopo aver recitato nel remake di successo del dramma taiwanese “Meteor Shower”, ma a inizio anno è finita in uno scandalo di maternità surrogata: l’Authority di settore ha disposto il ritiro della serie e ordinato ai produttori di non assumerla più per spettacoli futuri.

L’attrice Zhao Wei, 45 anni, è improvvisamente scomparsa dalle piattaforme di video in streaming, dai talk show e dalle serie tv in cui ha lavorato, per gli scandali in cui è rimasta coinvolta, già a partire dal 2001, quando venne travolta dalle critiche per avere indossato un vestito con una bandiera giapponese.

Nel corso degli anni, la miliardaria star cinese ha collezionato investimenti e dispute legali, ha scritto il Global Times, tabloid nazionalista.

L’attrice, che nel 2016 era nella Hurun List delle persone cinesi più ricche, ha anche una partecipazione in Alibaba Pictures Group, il gruppo televisivo e di film in streaming del colosso dell’e-commerce fondato da Jack Ma. Un forum a lei dedicato sulla piattaforma di social Weibo è stato misteriosamente chiuso.

A sparire di recente dalle piattaforme video è stato anche l’attore trentenne Zhang Zhehan, colpevole di aver visitato a Tokyo il santuario shintoista Yasukuni, odiato dalle autorità cinesi perché vi sono traslate le anime di una dozzina di criminali nipponici della Seconda guerra mondiale.

Gli idoli dello spettacolo muovono un giro d’affari destinato a crescere entro il 2022 a circa 20 miliardi di dollari, esercitando una forte influenza sulle nuove generazioni.

La Cyberspace Administration of China, l’ente che vigila su Internet, ha chiarito in una nota che occorre “aumentare il senso di responsabilità, la missione e l’urgenza per mantenere la sicurezza ideologica e politica online”.

In aggiunta c’è il target della “prosperità comune”, il nuovo mantra del presidente Xi Jinping per la grande redistribuzione della ricchezza nella società con la volontà di proteggere il reddito legale e di “aggiustare razionalmente” quelli troppo alti.

(di Antonio Fatiguso/ANSA).

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