Referendum eutanasia: raccolte 750mila firme, superata soglia di sicurezza

Un momento della raccolta firme per il referendum sull'eutanasia in via XX settembre. Genova
Un momento della raccolta firme per il referendum sull'eutanasia in via XX settembre. Genova, 17 luglio 2021. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – Brucia ancora i tempi la raccolta firme per il referendum sulla legalizzazione dell’eutanasia. Con un mese di anticipo, si tocca già quota 750 mila, su 500 mila necessarie, superando così la soglia di “sicurezza” per tornare in Cassazione, al riparo da ogni possibile errore, disguido o ritardo nella consegna.

Oltre 500 mila, fanno sapere dall’Associazione Luca Coscioni, arrivano dai tavoli “tradizionali” ma a dare lo sprint finale è stato il popolo del web (platea generalmente di giovani): in 250 mila hanno infatti sfruttato la nuova modalità di firme digitali, alle quali andranno sommate ancora quelle raccolte nei Comuni, nei consolati, negli studi di avvocati e da alcuni gruppi che si sono aggiunti alla mobilitazione nelle scorse settimane.

Tra gli ultimi firmatari ci sono anche Roberto Saviano, Pif e Francesco Guccini. Mentre Val d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Sardegna sono le regioni con più adesioni in rapporto al numero di abitanti. “La raccolta continua, anche per inviare un messaggio chiaro e forte alle istituzioni e al Paese”, spiega Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Coscioni, puntando ora dritta a “superare il milione di firme”.

Ma se il referendum ha lo scopo di abrogare la criminalizzazione del cosiddetto “omicidio del consenziente”, il fine vita è anche tra i primi temi etici ad attendere il Parlamento alla riapertura dei lavori, con un testo già pronto, salvo emendamenti, nelle commissioni Giustizia e Affari sociali alla Camera.

“La legge completi l’iter, non si sprechi l’occasione”, esorta Elisa Scutellà di M5S. Intanto, però, si esulta per lo “straordinario risultato” a Europa Verde. “Gli italiani si dimostrano ancora una volta, sui diritti civili, più avanti della politica”, conferma Benedetto Della Vedova da Più Europa.

Tema quanto più divisivo, il fine vita fa però tornare sulle barricate le frange più conservatrici. Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, punta il dito contro Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni. “Non promuove una campagna referendaria – dice – ma di marketing” per una “cultura di morte” arruolando come “testimonial anche Saviano, il Fedez di complemento, adatto per gli over 35. Poi Guccini per i sessantottini nostalgici e Pif per la generazione Mtv”.

(di Daniela Giammusso/ANSA)

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