Il Bolívar perde zeri ma non il vizio

CARACAS. – Por terza volta, in poco più di una decada, il governo del presidente Maduro eliminerà altri zeri alla moneta locale, il Bolivar. Il provvedimento entrerà in vigore dal  prossimo 1 ottobre. Così, la moneta, agli 8 zeri cancellati nel 2008, dovrà sommarne altri 6, per un totale di 14 zeri.

Così i 100.000.000.000.000 bolívares di oggi si trasformeranno nel bolívar del 2007. È questo segno inequivoco dell’inarrestabile iperinflazione che travolge il paese.

Strage di zeri

Dalla sua creazione nel 1939, l’unità monetaria venezolana non aveva mai sofferto cambi drammatici. Con l’arrivo di Chávez al potere, nel 2000, tutto è cambiato. Dopo 8 anni di governo, Chávez decretò la prima conversione della valuta, eliminando tre zeri e cambiando il nome a “Bolivar fuerte” (Forte).

In quella occasione, le autorità competenti spiegarono che lo scopo del provvedimento era quello di consolidare la moneta e stabilizzare i prezzi, in balia delle pressioni inflazionistiche. L’accorgimento, inoltre, rendeva più agevoli i pagamenti e aveva un effetto psicologico sul consumatore. Insomma, creava un nuovo clima di fiducia nella moneta.

Dieci anni dopo, con il paese in balia dell’iperinflazione (2.616 per cento quella ufficiale nel 2017) ed una nuova serie di banconote svalutate e rifiutate dai commercianti per il loro infimo valore, il presidente Maduro annuncia la decisione di “ridurre il numero degli zeri alla moneta”.

Il nuovo “Bolívar Soberano”, essenziale alla buona riuscita del “piano di ripresa economica”, è fallito clamorosamente tre anni dopo. Diventata carta straccia, utile solo a decorare borse o alberi di Natale, è stata sostituita dal dollaro in almeno il 66% del commercio.

Pagare un taxi costa oggi circa 41 milioni di bolívares. Ovvero, è necessario avere con sé 41 banconote da un milione.  Chi prende l’autobus, poi, deve realizzare prelievi giornalieri, i bancomat rilasciano solo cinque milioni a settimana. In questo caos monetario, i più anziani, e non solo loro a dir la verità,  non ci “azzeccano” più. Confondo il valore delle nuove banconote al momento di pagare nei supermarket.

Con il provvedimento annunciato dal presidente Maduro, il Paese stabilirà un nuovo record, superando addirittura quello dei 13 zeri stabilito dall’Argentina, dei 12 zeri dello Zimabue e dei 10 di Bolivia

Senza testa ne coda

L’economista e direttore del Centro di Ricerca e Formazione Operaia (CIPO), Manuel Sutherland, sottolinea che la nuova strategia è stata “decisa” dal governo “senza prospettiva ne contesto. Più o meno “come chi annuncia l’arrivo di una serata piovosa”.

Insomma, senza uno straccio di piano economico e una spiegazione di quanto sia accaduto alla moneta che, strada facendo, ha perso l’aggettivo “soberano”. Infatti, nel 2019 la Banca Centrale lo ribattezzato, restituendogli il nome con il quale vide la luce: “Bolívar”.

 

Vetrina di un negozio con prezzi in dollari. La valuta nordamericana sempre più presente. 

“Purtroppo, di nuovo, questa ‘riconversione’ è gestita senza un piano specifico che combatta il flagello che ha distrutto il valore della moneta: l’iperinflazione” sottolinea.

In Venezuela, 30 anni fa, 4 milioni 300 mila bolívares corrispondevano a un milione di dollari. Oggi, equivalgono a 1 dollaro.

La Banca Centrale, nel parlare dell’entrata in vigore della nuova unità monetaria che si chiamerà “Bolívar Digitale”, spiega che è parte della “modernizzazione” dell’economia e, tra l’altro, “ridurrà i costi delle transazioni rendendole anche più veloci ”. Certo, si continuerà a stampare banconote, ma solo per soddisfare le necessità commerciali dell’economia.

Sutherland aggiunge che senza una “guida per l’azione” mirata a frenare la “escalation” dei prezzi, non bisogna essere un “aruspice romano” per prevedere che il valore delle nuove banconote durerà “meno d’un battito di ciglia”.

Una vita corta

C’è chi ha fatto già i calcoli. E si avventura a sostenere quanto durerà il “nuovo” bolívar prima di un nuovo intervento di “estetica monetaria”. Olivares ha pronosticato alla Voce una vita tra i 3 e i 6 anni, dipendendo dall’inflazione.

-Che differenza esiste tra questa ‘riconversione’ e le precedenti?

– Sono più zeri – spiega -. Il governo spera che i pagamenti attraverso la piattaforma digitale diventino una norma per il consumatore. D’altronde, è la tendenza a livello mondiale. In Venezuela, peró, il fenomeno è frutto della carenza di denaro in circolazione. Il governo parla del ‘bolívar digitale’ perché non vuole spenderne per stampare banconote. Questa è l’unica differenza.

La presentazione dell’economista Luis Oliveros sulla durata del nuovo “bolívar digital”

Oliveros aggiunge che, nel 2018, era un caos nei pagamenti. Erano necessarie varie operazioni con il bancomat, per ritirare la somma di denaro di cui si aveva bisogno. È recente, poi, il ricordo delle lunghe file davanti ai supermarke. Oggi il dollaro ha sostituito il bolívar 66% al bolivar delle operazioni e ridotto i tempi d’attesa davanti le casse.

– Perché durano cosí poco tempo le ‘riconversioni monetarie’ in Venezuela?

– È per effetto dell’iperinflazione – commenta -. In Venezuela ci sono voluti 2 anni e mezzo per ricuperare i 5 zeri della riconversione precedente. In promedio: 6 mesi per i primi due zeri, e poi 7 mesi per ognuno degli altri 3 zeri.

Precisa poi che “l’inflazione accumulata è di 30 milioni per cento”. Prosegue:

– Questa ‘riconversione’ mostra chiaramente il fallimento del governo nella lotta antinflazionaria.

– Qual è l’obiettivo del provvedimento?

– Ridurre il numero degli zeri è facilitare  la contabilità delle aziende e delle banche. Tanti zeri sono difficili da gestire. Certamente, non è la soluzione alle difficoltà che crea l’inflazione. È indispensabile risolvere il grave problema fiscale con una riforma. In alternativa, aumentare le entrate o ridurre le uscite.

Oliveros coincide con altri esperti sulla necessità di una strategia che permetta ristabilire gli equilibri macroeconomici e rendere attraente agli investitori l’economia del paese, oggi controllata dal governo e con un chiaro orientamento anti-imprenditoriale.

-Quanto durerà questa ‘riconversione’?

– Difficile saperlo. Secondo i miei calcoli con un tasso d’inflazione di 24 per cento mensile prenderebbe poco più di 5 anni ricuperare gli 6 zeri. Se l’inflazione promedio mensile è del 50 per cento, si ricuperebbero in 3 anni.

In Venezuela, il promedio d’inflazione mensile è stato del 44 per cento nel corso del primo semestre dell’anno. Quindi un totale del 264,8 per cento: Ma queste sono cifre della Banca Centrale. Organismi privati ed esperti in materia sostengono che la pressione dell’inflazione è assai maggiore.

Effetto arrotondamento

Con il nuovo provvedimento, dal prossimo mese di ottobre, il costo dei beni e degli stipendi, dovrà essere diviso per un milione, (togliendo sei zeri) e d’accordo alle nuove banconote e monete che il governo ha presentato, sarà messa in circolazione una moneta da un milione. La banconota più bassa sarà di cinque milioni.

Quindi, anche se la maggior parte degli economisti esclude un impatto inflazionario per il cambio della moneta, alcuni osservatori precisano che i prezzi dei beni con valori minore al milione– la denominazione più bassa prossimamente in circolazione- obbligherà necessariamente a modificare i prezzi. Ci sarà un “arrotondamente” verso l’alto.

Maduro presenta il “bolívar soberano”, durante la’riconversione’ del 2018.

Cosí ad esempio, il biglietto d’autobus che ora costa 400 mila bolívares aumentará a un milione: quindi chi guadagna oggi 12 milioni di bolivares, al togliere gli zeri ne avrá 12, con i quali oggi paguerebbe 30 biglietti e con la nuova moneta bastará solo per 12 ticket. Avrá perso 18 biglietti.

Ma anche chi dovrà pagare la benzina sovvenzionata, che oggi costa 5.000 bolivares il litro (praticamente gratis), al fare un pieno di 80 litri solo dovrebbe pagare 400 mila bolívares.  Molto di più perderà chi ha la moto.

 “Rifioriranno”

Con 44 mesi continui di iperinflazione, Venezuela raggiunge la Grecia nel secondo posto nei record, superata solo dal Nicaragua con la scalata dei prezzi più prolungata della storia moderna: 58 mesi (Luglio 1986. Marzo 1991).

Sommerso in questa situazione, con un salario minimo di 2 dollari al mese, uno stipendio promedio di 70 dollari, una povertà del’80%, carenza di benzina ed il caos nei servizi d’acqua, elettricità e gas, il venezolano fa uso del buon umore per tirare avanti.

Così, circolano battute su questa nuova riconversione. Con un gioco di parole con l’aggettivo “sincero”, dicono che Maduro è il presidente “sin-zero” ossia senza zeri. Un post nelle reti social afferma che “Credere che imprimendo banconote si pone fine alla povertà é come credere che imprimendo titoli si pone fine all’ignoranza”.

Torna di moda un video nel quale il presidente Maduro, durante la seconda ‘riconversione’ nell’agosto 2028, espone una particolare teoria dello “zero ammazza zero”. Ovvero, eliminando gli zeri ed “ancorando il Petro” al prezzo del barile di petrolio, si sarebbero risolti il problema dell’inflazione e degli stipendi.

Secondo il presidente, con questa “formula magica” il Venezuela “stava scrivendo la nuova storia economica del mondo”.

“Non c’è verso che vada male”, assicurò allora.

In un’altra vignetta, un uomo chiede ad un vecchietto” hai visto che elimineranno sei zeri?”. E questi risponde “Non ti preoccupare, tanto rifioriranno…”.

Roberto Romanelli/Redazione Caracas