Kiev e alleati condannano annessione Crimea, ira Mosca

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel,
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, EPA/ARIS OIKONOMOU /

MOSCA.  – L’Ucraina e i suoi alleati hanno ribadito la loro condanna dell’annessione di fatto della Crimea da parte della Russia.

A più di sette anni dall’invasione della penisola con uomini armati e senza insegne di riconoscimento che segnò un brusco deterioramento nei rapporti tra Mosca e l’Occidente, le autorità ucraine hanno organizzato nella capitale un forum internazionale sulla Crimea che ha suscitato l’ira del Cremlino, ma ha confermato a Kiev il sostegno di decine di Paesi sulla questione.

L’incontro si è svolto in un momento particolarmente delicato per l’Ucraina, che teme che il gasdotto Nord Stream 2 – che dovrebbe raddoppiare il flusso di gas russo verso la Germania – riduca il suo ruolo di Paese di transito del metano.

“Valutiamo questo evento come estremamente ostile”, ha affermato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, definendo “antirusso” il forum “Piattaforma della Crimea” a cui hanno preso parte i rappresentanti di oltre 40 Paesi, compresi 14 tra capi di Stato o di governo.

Diametralmente opposta la posizione di Charles Michel: “L’Ucraina non sarà mai sola e la Crimea è Ucraina”, ha detto il presidente del Consiglio europeo nel suo discorso di apertura del summit, precisando che “l’Ue continuerà a sostenere il popolo ucraino nel suo cammino per un futuro migliore”.

I partecipanti al forum hanno adottato una dichiarazione congiunta in cui affermano di voler collaborare per cercare di mettere fine “pacificamente” alla “temporanea occupazione” della Crimea e hanno criticato la “militarizzazione” della penisola e le violazioni dei diritti umani.

Il presidente ucraino Zelensky da parte sua ha esortato gli alleati di Kiev a far sì che la Russia “si sieda al tavolo dei negoziati per il ritorno della penisola”.

“L’Ucraina da sola non sarà mai capace di portare indietro la Crimea”, ha detto Zelensky. Ma Mosca in questi anni ha più volte sottolineato di considerare la penisola un proprio territorio (nonostante gran parte del resto del mondo la pensi diversamente).

I rapporti tra Russia e Ucraina sono tesi da tempo, non solo per la Crimea ma anche per il conflitto nel Donbass, dove il Cremlino è accusato di sostenere militarmente i separatisti.

Kiev vorrebbe entrare nella Nato, ma a preoccupare la repubblica ex sovietica è anche l’ormai quasi completato gasdotto Nord Stream 2, che dovrebbe raddoppiare il flusso di gas russo verso mla Germania.

L’Ucraina teme che Mosca possa portare il proprio metano in Europa aggirando i gasdotti ucraini e infliggendole un grave colpo economico. L’incontro di domenica a Kiev tra Merkel e Zelensky è stato segnato dalla tensione su questo tema.

Il presidente ucraino ha definito il gasdotto “una pericolosa arma geopolitica del Cremlino”, mentre la cancelliera tedesca ha cercato di rassicurare il governo di Kiev affermando che Berlino e Washington prevedono “sanzioni” se il gas dovesse in effetti essere “usato come un’arma”.

(di Giuseppe Agliastro/ANSA).

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