Chip scarseggiano, anche Volkswagen taglia produzione

Opeari al lavoro nella frabbrica di auto Volkswagen Sachsen GmbH, Zwickau, Germania.
Opeari al lavoro nella frabbrica di auto Volkswagen Sachsen GmbH, Zwickau, Germania. (ANSA/EPA)

PECHINO.  – Gli stabilimenti Volkswagen sono pronti a un riavvio irregolare dopo la solita pausa estiva. Il colosso tedesco, che a fine luglio aveva annunciato utili operativi semestrali tornati a livelli pre-pandemia (a 11,4 miliardi di euro), deve fare adesso i conti con la scarsità di microprocessori che giovedì ha colpito Toyota, costretta a tagliare, per il combinato dell’impennata di Covid-19 nel sudest asiatico, la produzione di settembre del 40%.

L’impianto di Wolfsburg, il più grande al mondo e che impiega circa 60.000 persone, ripartirà con un solo turno la prossima settimana, da lunedì a venerdì, presso tutte le sue linee di produzione con il lavoro a orario ridotto, ha spiegato un portavoce della principale casa automobilistica europea, dando corpo alle voci che si rincorrevano sulla questione da alcune settimane.

“L’attuale situazione di tensione nell’offerta di semiconduttori continua a creare interruzioni in modo significativo nella produzione automobilistica globale”, ha aggiunto.

Audi, il maggior contributore di profitti del gruppo,prolungherà la pausa estiva di una settimana nei suoi due stabilimenti in Germania a causa della fornitura di semiconduttori che rimane “volatile e tesa”.

Quanto a Toyota, la casa nipponica aveva resistito all’impatto della pandemia di coronavirus, restando relativamente indenne dalla carenza di semiconduttori rispetto ai suoi rivali. Nei primi sei mesi del 2021, infatti, la società ha mantenuto la leadership mondiale per vendite, battendo ancora Volkswagen.

Giovedì, tuttavia, Toyota ha dichiarato che si aspetta che la produzione globale a settembre accusi una contrazione di 360.000 unità (circa il 40%), rispetto al piano iniziale di 540.000 veicoli, scontando la crisi globale dei chip e la nuova ondata di diffusione di Covid-19 nei Paesi del Sudest asiatico, come Thailandia e Vietnam.

Nonostante i tagli alla produzione, la compagnia ha stimato di poter mantenere l’obiettivo di 9,3 milioni di veicoli assemblati per l’anno fiscale 2021, che si chiude a marzo 2022, pur in uno scenario particularmente incerto, dove comincia a pesare anche il costo delle materia prime.

Toyota (-4,1% alla Borsa di Tokyo, scesa ai minimi del 2021) e Volkswagen (-1% a Francoforte) hanno beneficiato di utili e vendite record, grazie alla ripresa di mercati chiave come Nord America, Cina ed Europa. La carenza globale di semiconduttori ha adesso offuscato le prospettive per l’industria dell’auto che finora ha beneficiato proprio dell’aumento della domanda di veicoli di pari passo con la riapertura delle economie dopo il blocco anti-pandemico.

Oltre a Toyota, anche altre case automobilistiche nipponiche come Honda sono state costrette a frenare la produzione. Nissan, infine, ha stimato un taglio di circa 250.000 unità per l’anno fiscale 2021.

Lascia un commento