Brasile: Bolsonaro parteciperà alle proteste del 7 settembre

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro con mascherina in una conferenza stampa.
Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro con mascherina in una conferenza stampa. (Ansalatina)

BRASILIA. – Il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha confermato oggi la sua partecipazione, il prossimo 7 settembre, alle manifestazioni di sostegno al governo convocate dai suoi simpatizzanti in occasione della Festa dell’Indipendenza. Il capo dello Stato ha reso noto che sarà presente agli eventi in programma sia a Brasilia che a San Paolo.

“Non pronunceremo parole minacciose contro nessuno, ma il mondo avrà una fotografia reale di ciò che la gente vuole”, ha detto Bolsonaro rivolgendosi a un gruppo di sostenitori.

Le proteste del 7 settembre sono state convocate anche per ripudiare la Corte suprema (Stf), che ha aperto un’inchiesta contro il leader di estrema destra accusandolo, tra le altre cose, di divulgare fake news sul sistema elettorale.

Secondo alcuni osservatori, il 7 settembre i dimostranti potrebbero invocare un “intervento militare con il presidente in carica”. Ma ieri, durante un evento a Cuiabà, Bolsonaro ha garantito che “non c’è motivo di preoccupazione”.

“La nostra gente è pacifica, ordinata, patriota e nella sua maggioranza crede in Dio e nella famiglia. Vuole solo la libertà di cui vorrebbe privarla una minoranza di persone”, ha sostenuto il presidente.

Intanto, continua a stringersi il cerchio della magistratura brasiliana attorno ai simpatizzanti del presidente Bolsonaro, accusato di spargere fake news sulla regolarità delle elezioni: la polizia federale stamani ha fatto irruzione nelle residenze e negli uffici del cantante Sergio Reis e del deputato Otoni de Paula.

Entrambi sono sospettati di aver incoraggiato “l’eventuale commissione del reato di incitamento alla popolazione a compiere atti violenti e minacciosi contro la democrazia, lo Stato di diritto e le sue istituzioni, nonché contro membri dei Poteri”, hanno riferito gli inquirenti attraverso una nota apparsa su alcuni media.

Reis, un popolare cantante e produttore agricolo, recentemente aveva convocato uno sciopero nazionale dei camionisti per chiedere al Senato di approvare il ritorno al voto cartaceo, un cavallo di battaglia di Bolsonaro.

De Paula, membro del Partito sociale cristiano (Psc), ha invece chiesto alla popolazione di mobilitarsi contro i giudici della Corte suprema, il prossimo 7 settembre, Festa dell’Indipendenza, quando sono previste nuove manifestazioni a favore di Bolsonaro.

Mentre, il presidente del Tribunale superiore elettorale (Tse) brasiliano, Luis Roberto Barroso, ha elogiato la recente decisione dell’ispettore generale del Tse, Luís Felipe Salomao, di bloccare le fonti di guadagno ai canali online di sostenitori di Bolsonaro indagati per la diffusione di fake news.

Barroso, che è anche uno degli undici componenti della Corte suprema (Stf), ha poi rivolto un appello alle imprese che gestiscono i social e sostenuto la necessità di una regolamentazione dei contenuti su Internet.

“La menzogna deliberata, l’odio, le teorie del complotto e la diffusione della disinformazione, incoraggiando l’aggressione e posizioni non scientifiche che portano alla morte delle persone, non sono protetti dalla libertà di espressione”, ha sostenuto Barroso secondo Folhapress.

Il giudice è uno dei principali bersagli del presidente Jair Bolsonaro, che lo accusa di voler truccare le elezioni del 2022 per impedirne la rielezione.

Ieri, intanto, la Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi) sulla pandemia ha determinato la violazione del segreto fiscale del capogruppo del governo alla Camera, deputato Ricardo Barros, e di Frederick Wassef, avvocato di famiglia di Bolsonaro, oltre che di influencer e blogger simpatizzanti del capo dello Stato.

La serrata offensiva della magistratura nei confronti dei sostenitori di Bolsonaro – proseguita oggi con le irruzioni della polizia federale nelle case di un noto cantante e di un deputato federale – è criticata da alcuni osservatori politici, secondo i quali è in corso una vera e propria “caccia a senso unico” contro la libertà di opinione.

“Si  Inizia con un sito web, poi con un blog, finendo per colpire la stampa in generale”, ha ammonito il senatore della maggioranza, Eduardo Girao.