Xi contro i redditi “eccessivi”, i ricchi diano di più

Il presidente cinese Xi Jinping pronuncia un discorso nel comitè centrale del partito comunista
Il presidente cinese Xi Jinping, EPA/XINHUA/JU PENG

PECHINO.  – Il presidente cinese Xi Jinping ha rafforzato la campagna di redistribuzione del reddito, chiarendo che la Cina si concentrerà sulla ricchezza moderata per tutti, piuttosto che su quella per pochi, incoraggiando la fascia più benestante a restituire di più alla società, seguendo linee politiche che secondo gli analisti sarebbero alla base dell’ultima stretta normativa sulle società tecnologiche.

Xi, presiedendo martedì il decimo meeting della Commissione centrale per gli affari finanziari ed economici, ha tracciato una sorta di “responsabilità sociale con caratteristiche cinesi per le imprese”, riaffermando la necessità di promuovere la “prosperità comune” e l’importanza degli sforzi nel perseguiré lo sviluppo di alta qualità insieme al coordinamento del lavoro per evitare i principali rischi finanziari, la minaccia alla stabilità più temuta dalla leadership comunista.

Nel suo primo evento pubblico da fine luglio, Xi ha affermato che la prosperità comune è “un requisito essenziale del socialismo e una caratteristica chiave della modernizzazione in stile cinese”. Nel resoconto dei media ufficiali, il presidente, chiedendo di seguire lo sviluppo incentrato sulle persone, ha sollecitato che sia raggiunta la “prosperità perseguendo al contempo la crescita di alta qualità”.

La disparità tra gli oltre 1,4 miliardi di cinesi è aumentata negli ultimi decenni: il 10% più ricco della popolazione ha guadagnato il 41% del reddito nazionale nel 2015, rispetto al 27% del 1978, secondo le stime pubblicate nel 2019 dal Nobel per l’economia Thomas Piketty.

Metà della popolazione a basso reddito, invece, ha visto la sua quota scendere al 15%, dal 27%.

Quest’anno, i residenti della città costiera di Shanghai hanno avuto un reddito medio disponibile pro capite di 1.090 dollari al mese, quasi il doppio di quello delle città a livello nazionale e cinque volte quello dei residenti rurali.

Notando che la finanza è il fulcro dell’economia moderna, Xi ha sottolineato che “gli sforzi per respingere i principali rischi finanziari dovrebbero essere coordinati in linea con principi di mercato e stato di diritto”.

L’incontro ha puntato l’attenzione “sul ragionevole aggiustamento dei redditi eccessivi e sull’incoraggiamento a gruppi e imprese ad alto reddito per restituire di più nella società”.

Il governo centrale ha rivendicato la sconfitta della povertà estrema nel Paese a fine 2020, ma elaborando l’obiettivo della ‘prosperità comune’ “la Cina ha affermato il suo sforzo per riequilibrare l’economia verso il lavoro, affrontando la disuguaglianza sociale con la redistribuzione, il benessere sociale, le tasse e l’istruzione inclusiva”, hanno notato gli analisti di Morgan Stanley in un rapporto.

Tutto questo, mentre la stretta sul comparto tecnologico e dell’istruzione privata è costata finora oltre 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di Borsa ai grandi player cinesi, al punto che TSMC, il colosso mondiale dei microchip di Taiwan, è diventata la compagnia asiatica di maggior valore con 538 miliardi, scalzando in mattinata Tencent (536 miliardi) e distaccando ulteriormente Alibaba (472 miliardi) , secondo i calcoli di Refinitiv Eikon.