Afghanistan: i talebani sono entrati a Kabul. “Verso governo di transizione”

Una pattuglia di talibani festeggia la presa di Kandahar, Afghanistan. Archivio
Una pattuglia di talebani festeggia la presa di Kandahar, Afghanistan. ArchivioEPA/STRINGER

ROMA. – L’offensiva militare dei Talebani in Afghanistan è entrata nella capitale Kabul, dove questa mattina i residenti hanno riferito di spari e combattimenti, nonostante l’Emirato islamico avesse ordinato a tutte le sue forze di non entrare. L’ordine è di “attendere alle porte della città, senza entrare”, ha scritto su Twitter Zabihullah Mujahid, il portavoce dei talebani. Gli insorti si sono fermati alla periferia della città e sostengono di non voler prendere la capitale “con la forza”.

E negoziatori talebani si sono diretti al palazzo presidenziale per giungere ad un trasferimento pacifico dei poteri. Una transizione che il ministro dell’Interno afghano ad interim, Abdul Sattar Mirzakwal, ha confermato, assicurando che la capitale non sarà attaccata e che ci sarà un “pacifico passaggio di poteri verso un governo di transizione”.

Secondo fonti diplomatiche citate dai media internazionali, sarà l’ex ministro dell’Interno afghano ed ex ambasciatore in Germania Ali Ahmad Jalali, a guidare il governo di transizione dopo che si saranno le dimissioni del presidente Ashraf Ghani.

I talebani hanno anche rivendicato il controllo della base aerea e della prigione di Bagram, alla periferia di Kabul. Un complesso arrivato a contenere fino a 10 mila soldati che è stato una delle basi più importanti nell’offensiva contro gli insorti e al-Qaeda per circa 20 anni. Fino al mese scorso, quando l’esercito americano è partito nel cuore della notte.

Intanto, sono iniziate questa mattina, secondo quanto si apprende, le operazioni per il rientro in Italia del personale dell’ambasciata a Kabul e dei connazionali presenti in Afghanistan. La partenza del volo è prevista per le 21.30 locali. Ieri l’appello della Farnesina tramite una mail mandata agli italiani presenti in Afghanistan a ritornare in Italia tramite il volo messo a disposizione dall’aeronautica militare.

Mentre la Russia ha annunciato che non evacuerà la sua ambasciata a Kabul, nonostante l’imminente presa della città da parte dei talebani. E il portavoce politico degli insorti, Suhail Shaheen, ha assicurato che il movimento talebano garantisce la sicurezza della sede diplomatica di Mosca.

“Abbiamo buone relazioni con la Russia e la nostra politica in generale è quella di garantire le condizioni di sicurezza per il funzionamento dell’ambasciata russa e di altre ambasciate”, ha affermato. Secondo il Cremlino, la situazione in Afghanistan resta fluida, il passaggio di poteri ai Talebani non è cosa certa. Nel mentre la commissione Difesa della Duma, la camera bassa del parlamento russo, ha chiesto che l’Afghanistan passi sotto il controllo del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

Mosca sta lavorando con altri paesi alla realizzazione di una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha detto alle agenzie di stampa russe il funzionario del ministero degli Esteri, Zamir Kabulov.

Intanto, da Papa Francesco arriva l’appello alla fine delle violenze. “Mi unisco all’unanime preoccupazione per la situazione in Afghanistan. Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo”, ha detto il Pontefice all’Angelus.

I talebani hanno ordinato ai loro combattenti di evitare violenze a Kabul e consentire un passaggio sicuro a chiunque decida di andarsene. E nell’imminenza della presa del potere da parte dei talebani, la gente sta scappando da Kabul anche in auto, causando lunghe code di traffico in uscita dalla città. Alcune persone, secondo quanto viene riferito, abbandonano i veicoli fermi in coda e proseguono a piedi verso l’aeroporto. Intanto, il portavoce dei talebani ha annunciato che anche Bamiyan è caduta: la città e la sua valle sono famose per i Buddha distrutti proprio dai talebani esattamente 20 anni fa, nel 2001.

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