Giochi Olimpici: la maledizione del portabandiera del Venezuela

L'italo-venezuelana Giusti é stata la portabandiera a Barcellona 1992.

CARACAS – Nel corso delle edizioni dei Giochi Olimpici, l’onore di rappresentare il Venezuela sfilando con il tricolore in mano è stato affidato a grandi campioni di svariate discipline. Dal ciclista Julio César León (il primo) all’italo-venezuelana Maria Elena Giusti. Dal nuotatore Teodoro Capriles allo spadaccino Ruben Limardo. Per le Olimpiadi in Giappone sono stati scelti il karateka Antonio Díaz e la judoka Karen Leon (era stata designata Yulimar Rojas, ma poi é stata sostituita all’ultimo minuto).

Sin dalla prima volta nel 1948, in Venezuela, l’onore di essere il portabandiera sta portando con sé una grossa responsabilità: sfatare il tabú di tornare a casa senza medaglia, ne sanno qualcosa le ultime vittime di questa sorta di “maledizione”: Antonio Díaz e Karen León.

Il primo portabandiera per il paese sudamericano é stato Julio César León nel 1948. Il ciclista, partecipò nella crono (14esimo) e la 1.000 metri (non superó il turno di qualificazione).

Quattro anni dopo, a Helsinki, in principio l’incaricato di portare il tricolore fu Asnoldo Devonish. Ma all’ultimo momento, al suo posto fu designato Héctor De Lima Polando (tiro sportivo). Quello che poteva sembrare uno sgarbo invece si rivelò una benedizione: il campione di Maracaibo evitò così la “maledizione del portabandiera” aggiudicandosi la medaglia d’argento nel salto triplo.

A Melbourne, nel 1956, Rafael Romero partecipò nei 100 metri e nella staffetta 4×100, in entrambi i casi non riuscì a superare il primo turno.

A Roma, nel 1960, Héctor Thomas chiuse al 20esimo posto nel decathlon. Nel 1964, a Tokio l’incaricato di far sventolare il tricolore del Venezuela fu il nuotatore Teodoro Capriles che partecipò nei 100 e 400 stile libero, senza superare il primo turno.

Nell’edizione di Cittá del Messico, non ci fu un portabandiera ufficiale, lo schermitore Silvio Fernandez (padre) decise di essere l’incaricato..

Quattro anni dopo, a Monaco, come premio per aver portato la prima medaglia d’oro al Venezuela fu designato il pugile Francisco “Morochito” Rodríguez. “Morchito” fu eliminato al primo turno.

A Montreal 1976, il judoka Manuel Luna fu un’altra delle vittime della “maledizione del portabandiera”, battuto al primo turno dal polacco Marian Standowicz. Quando i Giochi Olimpici andarono in scena a Mosca, Antonio Esparragoza fece sventolare la bandiera del Venezuela nella ceremonia d’apertura. Esparragoza fu battuto per 1-4 dal britannico Peter Joseph Hanlon.

A Los Ángeles, la maledizione colpì l’atleta William Wuycke negli 800 metri, il suo sogno olimpico arrivò fino alle semifinali. Nel 1988 i Giochi Olimpici andarono n scena a Seúl, ed Elizabeth Popper (tennis tavolo) fu la portabandiera e, inserita nel girono B, chiuse con uno score di 1 vittoria e 4 ko.

Nel 1992, l’incaricata di portare il tricolore fu l’italo-venezuelana Maria Elena Giusti (nuoto sincronizzato). La nuotatrice chiuse al 9no posto il preliminare. Ad Atlanta 1996, il nuotatore Francisco “Tiburón” Sánchez fu il portabandiera. “El tiburón” riuscì in parte a sfatare l’incantesimo portando a casa un diploma olimpico.

Ad Sydney fu il turno di Adriana Carmona. L’esperienza olimpica della campionessa del taekwondo si fermò ai piedi del podio, quando fu battuta dalla canadese  Dominique Bosshart 8-9 nello spareggio per la zona medaglie.

Ad Atene, il sollevatore di pesi Julio Luna entró nella lista delle vittime, chiudendo al quinto posto la prova. Nel 2008, l’incaricata María Soto della squadra di Softball e il Venezuela chiuse il torneo con 2 vittorie e 5 sconfitee.

Per Londra 2012, Fabiola Ramos portò la bandiera nella ceremonia d’apertura. Battuta per 4-3 dall’ungherese Krisztina Tóth al primo turno. Per Rio 2016, grazie alla vittoria della medaglia d’oro nella spada, fu designato a furor di popolo Ruben Limardo. Eliminato agli ottavi dall’estone Novosjolov, mentre nella prova a squadra arrivò fino alla semifinale.

Per Tokyo, per la prima volta, i portabandiera erano due. Nella votazione popolare erano stati designati la saltatrice Yulimar Rojas  e il karateka Antonio Díaz. Quando tutti si attendevano vedere questi due campioni nello stadio Olimpico di Tokyo, all’ultimo momento c’é stato il forfait della Rojas, al suo posto Karen León. Sarà che la saltatrice conoscendo la maledizione ha preferito fare dietrofront? I risultati le hanno dato ragione: medaglia d’oro e record del mondo.

(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)