Spagna senza obbligo Pass, in Israele a bimbi 3 anni

Una signora scatta una foto ad un cartello con le regole anticovid d'ingresso a un locale in Galizia, Spagna.
Una signora scatta una foto ad un cartello con le regole anticovid d'ingresso a un locale in Galizia, Spagna. (ANSA)

ROMA.  – La “pandemia Delta” continua a incrementare i suoi numeri in tutto il mondo e si moltiplicano le emergenze per i picchi di contagi e morti per la nuova ondata del coronavirus.

Di fronte a questo scenario, i Paesi varano nuovi lockdown, restrizioni e contromisure mentre tentano di trovare un fragile equilibrio tra la tenuta delle economie e la riduzione dei rischi. A volte, scontrandosi con la giustizia.

Come nel caso della Spagna, dove l’obbligo del Green Pass è caduto dopo che il tribunale regionale della Galizia ha dichiarato non valido il requisito della certificazione per accedere a bar, ristoranti e locali notturni in certe zone della regione.

La Galizia era l’ultimo territorio in cui la misura era ancora vigente, dopo che precedenti sentenze avevano fatto cadere l’obbligo della certificazione in altri territori come l’Andalusia, Cantabria e le Canarie. Ma la Spagna è un’eccezione tra i Paesi che sono sempre più disposti a chiedere il pass per attività sociali potenzialmente rischiose.

In una nuova stretta, Israele ha scelto una ulteriore estensione del Green pass che, dal 18 agosto, sarà applicato dai 3 anni di età in su. In parallelo, il governo di Naftali Bennett ha approvato uno stanziamento straordinario per gli ospedali per rafforzarne le strutture mentre nel Paese scattano anche nuovi limiti al distanziamento nei centri commerciali: sarà reintrodotto, dal 18 agosto, il “Codice viola” che autorizza la presenza massima di una sola persona ogni sette metri quadrati.

È infatti sui sistemi sanitari che i governi concentrano le loro preoccupazioni, mentre la Delta si diffonde nel mondo. La Russia ha riportato 808 morti di Covid-19 nelle ultime 24 ore, il record dall’inizio della pandemia.

E la situazione continua a peggiorare anche alle Antille francesi, dove Guadalupa è in pieno picco epidemico con gli ospedali presi d’assalto.

La Nuova Zelanda ha annunciato intanto che i suoi confini rimarranno chiusi almeno fino alla fine dell’anno. E dopo le restrizioni a Melbourne e Sydney, anche nella capitale australiana Canberra è scattato un mini-lockdown di una settimana, dopo che è stato registrato il primo caso di Covid dopo più di un anno.

La speranza per contrastare la Delta resta la vaccinazione di massa, mentre aumentano i Paesi che stanno valutano o hanno scelto di avviare le campagne per la terza dose. In Israele, dal 30 luglio è stato somministrato il richiamo-booster a 713 mila over 60, mentre arrancano le vaccinazioni sui giovani.

Secondo indiscrezioni dei media, anche la Fda è pronta a dare il via libera alla terza dose di Pfizer o Moderna alle persone immunodepresse in Usa, con l’ok che dovrebbe arrivare a stretto giro.

Intanto, la California imporrà l’obbligo di vaccino o test settimanali a tutti gli insegnanti e al personale scolastico, diventando il primo Stato Usa a prendere una decisione del genere.

E mentre i contagi giornalieri tornano oltre i 30 mila (33.074), le speranze di ripresa e l’efficacia dei vaccini sono stati messi in relazione anche dal premier britannico Boris Johnson, celebrando i dati sul rimbalzo positivo del Pil del Regno Unito del 4,8% ad aprile-giugno, con le riaperture.

(di Stefano Intreccialagli/ANSA).

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