Imprese degli stranieri vitali, piú 16mila in 6 mesi

Un negozio disney in Italia in una foto d'archivio
Un negozio disney in Italia in una foto d'archivio.

ROMA. – La vitalità dell’imprenditoria immigrata ritrova slancio e supera i livelli pre-pandemia. Nei primi sei mesi dell’anno il bilancio tra le nuove imprese aperte da stranieri e quelle che hanno chiuso i battenti ha fatto registrare un saldo positivo di 16.197 unità, per un totale di 639.341 imprese registrate al 30 giugno.

Un dato prevedibilmente più alto di quello rilevato nel primo semestre del 2020, su cui gravava il forte impatto del lockdown, ma anche più elevato del 2019, quando l’incremento netto delle imprese fu di 10.205 unità tra gennaio e giugno.

La fotografia del settore, scattata da Unioncamere e InfoCamere, conferma la buona ripresa della nostra economia, con le imprese straniere che si attestano stabilmente al 10,5% del totale, confermandosi parte strutturalmente significativa del tessuto imprenditoriale nazionale.

Sul totale delle imprese esistenti è la Toscana ad avere la percentuale più alta di imprenditoria straniera: 14,4%, quasi affiancata dalla Liguria (14,3%), che a sua volta precede la Lombardia (13%), mentre Basilicata (3,9%), Valle d’Aosta e Sicilia (6,1%), fanno registrare concentrazioni meno significative.

In valore assoluto però è la Lombardia a guidare la classifica, con la presenza di 124.603 imprese guidate da persone provenienti dall’estero. Seguono, distanziate, il Lazio (81.938) e la Toscana (58.937).

Il 75,8% delle imprese straniere, 484.888, opera nella forma più semplice di impresa individuale, ma il 16,5%, pari a 105.298 imprese, ha scelto la forma della società di capitale. In testa alla classifica dei settori più attrattivi c’è il commercio al dettaglio, dove si contano 160.415 imprese, seguono i lavori di costruzione specializzati (123.225) e la ristorazione (49.339).

La maggiore concentrazione, a livello settoriale, si rileva nelle attività della confezione di articoli di abbigliamento, dove le 17.039 imprese registrate rappresentano il 33% di tutto il comparto a livello nazionale.

Guardando invece alla provenienza, analizzando le sole imprese individuali, nel primo semestre 2021 arretrano, seppur lievemente, alcune nazionalità “storiche”, come quella del Marocco (-230 unità), che resta però stabilmente al primo posto con 63.583 imprese registrate, il 12,9% del totale delle imprese individuali straniere.

Arretrano anche Cina (-324) e Bangladesh (-392), rispettivamente al terzo e quinto posto, con 52.210 imprese per la Cina e 30.656 per il Bangladesh.

Cresce invece di 440 unità la Romania, che consolida la seconda posizione con 53.079 imprese registrate, analogamente ad Albania (+897), al quarto posto con 35.627 imprese, e Pakistan (+510), al settimo posto con 19.605 imprese individuali. Stabile al sesto posto l’Egitto con 20.318 imprese.

(di Marco Assab/ANSA).

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