Landini: patente a punti per le imprese contro morti sul lavoro

Iniziativa sindacale della Cisl di Napoli nella giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro con l'esposizione su un marciapiede di 27 caschi gialli
Iniziativa sindacale della Cisl di Napoli nella giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro con l'esposizione su un marciapiede di 27 caschi gialli. Archivio ANSA / CIRO FUSCO

ROMA.  – Gli incidenti sul lavoro sono sempre più  un’emergenza. Non bastano più gli appelli. Soprattutto di fronte alle 538 morti bianche avvenute nel nostro Paese nei primi sei mesi di quest’anno.

Cui vanno aggiunti gli incidente mortali degli ultimi giorni (quello tragico di Laila), e quelli delle ultime 24 ore: due in provincia di Bergamo, con un morto, e un camionista in condizioni gravi; e un altro ad Asti con la morte per ustioni sul 70% del corpo.

I sindacati, Cgil in testa con Maurizio Landini, tornano a chiedere con forza la patente a punti per le imprese, e l’estromissione dalle gare per quelle in cui si verificano troppi incidenti.

Uno scenario di questo tipo, che conta una media di tre vittime al giorno nel 2021, il presidente dell’Inail Franco Bettoni non esita a definirlo “indegno”. E contro il quale bisogna rafforzare i controlli per la sicurezza, come aveva detto Andrea Orlando ricordando l’avvio del concorso per oltre 800 unità all’Ispettorato nazionale del lavoro, fino a giungere in pochi mesi a 2mila posti in più.

Sul tavolo “lavoro” – che deve fare i conti anche con le misure sull’obbligatorietà del green pass – riprende poi quota anche l’istituzione di una Procura nazionale sui reati per igiene e sicurezza sul lavoro.

Un tema caro ai cinque stelle, rilanciato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio: dotarsene è “fondamentale”, investire “sulla sicurezza rappresenta una forma di tutela del lavoratore, ma è anche un modo per innalzare gli standard delle aziende”.

Proposte e linee d’azione, attuazione di specifiche misure, che nel governo non restano senza riscontro; il ministro Orlando aveva parlato anche di curriculum per le imprese, così come della patente a punti, ritenuta “l’ipotesi in campo”.

Era stato chiaro il premier Mario Draghi: bisogna “migliorare una situazione inaccettabile sul piano della sicurezza sul lavoro. É stato fatto molto, ma occorre fare molto di più”.

Intanto, accanto alla lotta al lavoro nero (con l’obiettivo di ridurne l’incidenza di almeno il 2% entro il 31 marzo 2026), entra nella road map del Recovery anche l’incremento del 20% delle ispezioni entro il 30 giugno 2025 rispetto al periodo 2019-2021.

“Occorre non considerare la salute e la sicurezza sul lavoro un costo ma un investimento – dice Landini ricordando che le leggi ci sono ma che vanno applicate – questo significa ridurre la precarietà, formare i lavoratori e chi deve dirigere le imprese. Serve anche una patente a punti affinché le aziende dove ci sono troppi incidenti non continuino a partecipare alle gare”.

É necessario poi anche “un Piano nazionale per la salute e la sicurezza”: sul punto Landini fa presente che è stata chiesta di l’attivazione di “un confronto già nel mese di agosto”.

La situazione “reclama interventi urgenti per intensificare i controlli e sanzionare pesantemente le aziende che non rispettano le norme su sicurezza e tutela della vita”, rileva il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra.

Che in questo modo non si possa più continuare, è il ragionamento del segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri che rivendica “una cabina di regia a Palazzo Chigi”: “Si debe fermare questa strage. Sono mesi che proponiamo la patente a punti”, sollecitando, “per le aziende colpevoli, lo stop alla partecipazione alle gare per commesse pubbliche”.

Chiede un “salto di qualità sulla sicurezza nel lavoro e la prevenzione” Bettoni che definisce il quadro “indegno”.

Tanto i numeri Inail hanno il suono di un colpo di martello sull’asfalto: gli infortuni sul lavoro con esito mortale sono cresciuti dell’11,6% sullo stesso periodo del 2019 (più 56 decessi).

E anche se i dati per il 2021 sono ancora influenzati dall’effetto Covid, nel primo semestre di quest’anno viene rilevato un incremento delle denunce di infortunio dell’8,9%, mentre i casi mortali nei primi sei mesi del 2021 (rispetto al lievissimo incremento registrato fino a maggio) i decessi diminuiscono rispetto al 2020 (meno 5,6%, meno 32 casi).

(di Tommaso Tetro /ANSA).

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