Casa: prezzi stabili ma si guarda a rialzi

Portachiavi con una casa appoggiato su un mazzo di Euro.
Portachiavi con una casa appoggiato su un mazzo di Euro.

ROMA. I prezzi delle case rimangono stabili ma aumentano i segnali di pressioni al rialzo e si conferma la tendenza dell’ultimo anno che ha visto tornare alla ribalta gli spazi aperti e soprattutto i mercati extraurbani, in molti casi negletti per un lungo periodo.

Sono le principali  tendenze che emergono dall’ultima indagine  sul mercato delle abitazioni di Bankitalia.

A migliorare, in particolare, le attese sull’evoluzione del mercato nazionale, specialmente su un orizzonte biennale e ad incidere sugli sviluppi futuri  sono anche le prospettive introdotte dallo smart working specialmente nelle aree metropolitane.

Sul fronte dei prezzi  la percentuale di operatori che ravvisano un calo delle quotazioni è nettamente diminuita, assestandosi su valori storicamente bassi (17,9 per cento, da 27,1 nell’indagine precedente) mentre è invece salita al 14,6 per cento quella di chi giudica i prezzi in aumento.

Per oltre la metà degli agenti le cause prevalenti di cessazione dell’incarico a vendere restano le proposte di acquisto ritenute troppo basse dai venditori (in diminuzione al 53,2 per cento, da 59,8) e i prezzi giudicati troppo elevati dai compratori (50,9 per cento da 47,9).

Per il 23,2 per cento degli operatori la causa principale dell’estinzione dell’incarico è invece la difficoltà nel reperimento del mutuo (da 24,6 nella scorsa indagine, segnando così la terza riduzione consecutiva).

Il 69,6 per cento delle compravendite è stato finanziato con mutuo ipotecario (dal 72,9); il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è pressoché stabile, al 77,6 per cento.

Sul fronte degli  affitti nessun novità nel trimestre: tendenze a canoni in calo nelle grandi città ed in rialzo fuori.

Le attese di aumento dei prezzi di affitto nel terzo trimestre del 2021 tornano a prevalere marginalmente su quelle di diminuzione per la prima volta dall’inizio della pandemia (-11,6 nello scorso trimestre), grazie alle prospettive favorevoli nelle aree non urbane.

Il margine medio di sconto rispetto alle richieste iniziali del locatore ha continuato a diminuire, portandosi al 3,8 per cento (da 4,3).

Il saldo tra la quota di agenzie che hanno riportato incarichi a locare in crescita nel secondo trimestre e la percentuale di quelle che ne hanno segnalato una diminuzione è divenuto ancor più negativo ( 21,8 punti percentuali, da -18,0).

Lascia un commento