Sviluppo sostenibile, il Covid frena i progressi

Indigenti ricevono aiuti.
Indigenti ricevono aiuti. (ANSA)

ROMA. –    Gli obiettivi di sviluppo sostenibile si estendono a tutta la società. E così come indica l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, i miglioramenti o i peggioramenti sono collegati tra loro.

L’Italia compie dei passi in avanti se si guarda al complesso dei target degli ultimi 10 anni, ma l’emergenza sanitaria da Covid ne ha frenato i progressi. Questa la fotografia scattata dal rapporto Sdgs (Sustainable development goals), messo a punto dall’Istat che ha così aggiornato i dati di 119 misure statistiche (e ne ha introdotte altre 30 nuove).

I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile – declinati in 169 target – bilanciano le tre dimensioni cui, più in generale, fanno riferimento: sociale, economico, e ambientale (con l’aggiunta della dimensione istituzionale). E per esempio in  “sconfiggere la povertà” viene rilevato che l’incidenza aumenta in misura significativa in tutte le fasce di età, tranne per gli over65; ma anche in “sconfiggere la fame” si rileva che l’1,6% delle famiglie italiane presenta segnali di insicurezza alimentare, e sulla partnership per gli obiettivi “l’Italia è ancora lontana dai target al 2030”.

Dall’analisi complessiva degli indicatori di sviluppo sostenibile in Italia al 2019 emerge un quadro positivo rispetto a 10 anni prima, con il 60,5% delle misure in miglioramento, il 19,1% invariate, e il 20,5% in peggioramento.

Ma i segnali favorevoli diminuiscono considerando i dati aggiornati al 2020: rispetto all’anno precedente scende al 42,5% la quota di misure in miglioramento, e sale al 37% quella di misure in peggioramento.

A livello regionale lo sviluppo sostenibile è in vantaggio nel nord-est rispetto a sud e isole. Nelle Province autonome di Bolzano e Trento più del 40% degli indicatori si trovano nel quinto quintile, quello più virtuoso.

Anche la Valle d’Aosta mostra una distribuzione particolarmente favorevole (40,6%). Nel nord-ovest gli indicatori assumono una distribuzione migliore per la Lombardia (25,2% nel quinto quintile) rispetto a Liguria e Piemonte (rispettivamente 13,5% e 12,9%).

Nelle regioni centrali, posizione meno favorevole del Lazio, rispetto a Marche, Toscana e Umbria. Nelle regioni meridionali i valori degli indicatori sono tra i più bassi, con una prevalenza nel primo quintile (quello più svantaggiato) soprattutto in Sicilia, Campania e Calabria, mentre l’Abruzzo sembra più vicino al Lazio.

Viene poi proposta anche una “prima mappatura” delle corrispondenze tra gli Sdgs e le 6 missioni del Pnrr: sono 297 le misure statistiche degli Sdg, riferite a 100 indicatori Onu – si spiega – che possono essere collegate alle 6 missioni del Pnrr.

Il 9,4% sono associabili alla missione 1 sulla digitalizzazione, il 37,1% alla missione 2 sulla transizione ecologica, il 5,4% alla missione 3 sulle infrastrutture sostenibili, il 13,8% alla missione 4 sull’istruzione e la ricerca, il 21,2% alla missione 5 sulla coesione e inclusione, e il 13,1% alla missione 6 sulla salute.

(di Tommaso Tetro/ANSA).

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