Monito Usa sul clima: “Tutti facciano la loro parte”

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken. (
Il Segretario di Stato americano Antony Blinken. (ANSA)

WASHINGTON.  – Joe Biden vuole prepotentemente riportare gli Stati Uniti ad essere la potenza leader nella lotta ai cambiamenti climatici e, nel giorno del nuovo rapporto shock dell’Onu, invia un chiaro monito a Paesi come la Cina e l’India: “Non possiamo più aspettare, i segnali sono inequivocabili. La scienza è incontrovertibile. E i costi del non agire continuano a crescere”.

Un appello che arriva anche dall’Europa, con tutte le cancellerie del Vecchio continente compatte nel ribadire che non c’è più tempo da perdere per salvare il Pianeta. “Basta ritardi! Servono azioni ambiziose e immediate. E tutti i  Paesi, soprattutto le principali economie, devono fare la loro parte”, ha insistito il capo della diplomazia americana Antony Blinken: “Devono fare tutto ciò che è essenziale” per invertiré decisamente la rotta in questo cruciale decennio.

Il segretario di stato non cita mai Pechino e New Delhi, ma non c’è dubbio che il messaggio è rivolto specialmente a loro, due giganti in piena espansione e che continuano a resistere a drastiche cure dimagranti sul fronte del taglio delle emissioni.

Così Pechino esulta per aver registrato a luglio il record per la qualità dell’aria, terzo mese consecutivo. Ma le speranze sono tutte riposte nell’auspicabile dialogo tra Biden e Xi Jinping.

Mentre l’India continua a respingere l’obiettivo delle emissioni zero che oramai la gran parte dei Paesi sviluppati ha accettato di raggiungere entro il 2050-2060. Piuttosto la richiesta di New Delhi al G20 è quella di seguire il criterio della  riduzione pro capite delle emissioni.

C’é da giurare che nelle prossime settimane si intensificherà lo sforzo dell’amministrazione Biden per fare pressioni sui due colossi asiatici, con i quali sono stati già avviati dei colloqui che l’inquilino della Casa Bianca ha affidato a uno “zar del clima” di tutto rispetto, l’ex segretario di stato John Kerry, a cui non mancano esperienza nelle relazioni internazionali e capacità negoziali. Un compito però non facile per Kerry, chiamato a ritessere le fila di un discorso che nei quattro anni dell’era Trump era stato completamente abbandonato, addirittura con l’uscita degli Usa dall’accordo di Parigi sul clima.  Accordo nel quale gli Stati Uniti sono rientrati appena eletto Biden.

Di fonte al quadro catastrofico del rapporto delle Nazioni Unite Blinken  ha ricordato quindi come  gli Usa si sono già impegnati a ridurre le emissioni inquinanti del 50-52% rispetto ai livelli del 2005 entro il  2030, sottolineando come nell’agenda di Biden tutte le agenzie federali, nessuna esclusa, sono chiamate ad affrontare il tema del riscaldamento globale, ognuna nel suo ambito. “Ma la svolta può arrivare solo se agiamo tutti insieme”, ha insistito il segretario di stato.

Intanto da tutte le capitali europee si leva l’appello a fare lo scatto decisivo. Il quadro che emerge dall’Onu “è allarmante”, ha sottolineato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sollecitando una “una risposta efficace, senza perderé tempo” e annunciando che anche l’Italia avrà “una figura strategica in questo campo, cioè l’Inviato speciale per il cambiamento climatico” che sarà nominato a settembre.

“Abbiamo dieci anni per salvare il pianeta”, gli ha fatto eco il premier britannico Boris Johnson, che insieme all’Italia presiederà la conferenza sul clima CoP 26 in programma a Glasgow a novembre.

Un appuntamento da cui, sottolinea il presidente francese Emmanuel Macron, ci dovrà essere “un accordo all’altezza dell’urgenza” climatica. E se da Bruxelles come da Washington si sottolinea come la crisi sia globale e se ne debba uscire “tutti assieme”,  Berlino torna a mettere in guardia: “Il tempo sta scadendo”.

(di Ugo Caltagirone/ANSA).

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