ROMA. – Dall’Amazzonia alla Siberia, dalla Grecia alla California, il mondo brucia nei violentissimi incendi che stanno devastando ettari su ettari di foreste e vegetazione, sconvolgendo intere regioni e spingendo alla fuga migliaia di persone.
Roghi che sono tra i gravi sintomi di quella malattia della Terra che è il cambiamento climatico, per il quale l’Onu ha lanciato un forte allarme rosso denunciando la distruzione causata dall’uomo all’ambiente e le sue conseguenze irreversibili.
In Grecia, per il settimo giorno consecutivo i vigili del fuoco hanno lavorato sull’isola di Evia per gli incendi che non allentano la morsa sui villaggi del nord, assediati dalle fiamme. Nel territorio, la situazione si fa sempre più critica: almeno 35.000 ettari e centinaia di case sono bruciate, in uno scenario apocalittico che resta l’incendio più preoccupante tra i molti accesi nei giorni scorsi nel Paese.
Di fronte all’emergenza dei roghi nel Mediterraneo, l’Unione europea ha fatto partire un meccanismo di solidarietà, mobilitando 14 aerei antincendio, 3 elicotteri, circa 1.300 soccorritori e 250 veicoli per aiutare a combattere gli incendi in Grecia en el resto della regione. Le fiamme hanno infatti colpito anche Macedonia del Nord, Albania, Turchia e l’Italia, prima in Europa per numero di incendi nell’estate.
Viaggiando dall’altra parte del globo, in California continua la devastazione provocata dalle fiamme del gigantesco Dixie Fire, diventato il secondo incendio più grande nella storia dello Stato. Le autorità prevedono che potrebbe durare almeno altri dieci giorni. Quattro persone risultano disperse e migliaia di persone sono state evacuate.
Circa il 39% dei residenti della contea di Plumas – la stessa dove è stata rasa al suolo la località di Greenville – hanno ricevuto l’ordine di lasciare le loro case per l’incendio che ha ridotto in cenere oltre 187.000 ettari da quando è scoppiato il 13 luglio.
Intanto, secondo il National Interagency Fire Center statunitense “l’attività degli incendi continua in 15 stati del Paese” e attualmente, 2.325.263 acri sono andati in fumo (941 mila ettari).
I roghi stanno portando distruzione anche nella fredda Siberia, dove il fumo provocato dalle fiamme che stanno sferzando la Yakutia ha raggiunto il Polo Nord per la prima volta nella storia.
La densa colonna grigia ha viaggiato per oltre 3 mila chilometri, coprendo vaste zone della Siberia e provocando evacuazioni e preoccupazioni per il deterioramento della qualità dell’aria.
Che la terra sta bruciando lo si può vedere chiaramente anche dalle immagini della Fire Information for Resource Management System della Nasa, che ha pubblicato una mappa del mondo con i luoghi dove si registrano gli incendi in corso.
Sono colpiti dai roghi gran parte del nord e sud dell’America, insieme alla zona centro-sud dell’Africa. Ad ardere ci sono la penisola arabica, la costa mediterranea e l’Europa nord-orientale, mentre in Asia bruciano le coste dell’India, la Siberia, Cina, Malesia e Indonesia.
(di Stefano Intreccialagli/ANSA).