Tokyo 2020: Il karateka Antonio Díaz sfiora il podio nel kata

Díaz ha chiuso la sua partecipazione portando a casa un diploma olimpico

CARACAS – Se c’era uno sportivo venezuelano che meritava portare a casa una medaglia da questi giochi olimpici  era il sensei Antonio Díaz. Il campione del karate da tantissimi anni ha incantato non solo i venezuelani, ma tantissimi amanti del kata in giro per il mondo con le sue coreografie sul tatami.

A 41 anni Díaz ha partecipato ai suoi primi Giochi Olimpici ed é arrivato ai piedi del podio. Il campione nato a Caracas è una leggenda dello sport venezuelano, ma il suo sogno di portare a casa una medaglia olimpica sfortunatamente é sfumato dopo la sfida contro lo statunitense Ariel Torres.

Nella prova contro il cubano naturalizzato statunitense ha eseguito nella finale del kata un Chatanyara Kushanku ottenendo un punteggio di 26,34 distribuiti nella seguente maniera 18,48 nell’aspetto tecnico e 7,86 in quello sportivo. Mentre Torres ha ottenuto 26.72 punti.

“Avrei voluto portare a casa una medaglia. L’ho cercata, mi sono sforzato al massimo. Non mi pento di nulla, mi emoziona molto i gesti di affetto dei compagni di altre nazionali e sono molto emozionato. Ho dedicato tutta la vita a questo e pensare che sia stato il mio ultimo kata é difficile da assorbire. É stata un’esperienza incredibile” ha dichiarato dopo la gara Díaz.

Díaz che aveva posticipato il suo ritiro quando aveva saputo che il karate era stato inserito nel programma olimpico di Tokyo 2020 ed aveva timbrato il pass grazie al ranking della Federazione Internazionale di Karate (WKF).

Durante la sua carriera, il sensei nato a Caracas il 12 giugno 1980 si é laureato in un paio di occasioni campione del mondo (Belgrado 2010 e Parigi 2012) e nei World Games (Duisburg 2005 e Cali 2013). A questi vanno aggiunti le vittorie nei Juegos Panamericanos (Santo Domingo 2003 e Lima 2016) e 16 Panamericano Senior di Karate. Díaz può vantare un Record Guinness come il maggior vincitore di medaglie nel karate.

“Ho fatto tutto quello che mi sono proposto. Questa era una meta difficile però sono qui. L’idea é lasciare un messaggio di perseveranza. Che indipendentemente della difficoltà dobbiamo lottare e lavorare per un obiettivo importante. Arrivare fin qui é stato incredibile e ne sono felice”.

Sicuramente gli amanti dello sport avranno un solo grido da dedicare a Díaz: “Grazie Sensei!”. Non c’era miglior posto che il Giappone (terra del karate) per chiudere una carriera da favola.

(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)

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