Stallo green pass sul lavoro, tra nodi costo tamponi

Il Green Pass sullo schermo dello smartphone.
Il Green Pass sullo schermo dello smartphone.

ROMA.  – Nulla di fatto nel primo round tra governo e parti sociali sul green pass nei posti di lavoro: imprese e sindacati, pur con accenti diversi, aprono all’idea di utilizzare la certificazione come ulteriore misura di sicurezza sul lavoro ma chiedono che il governo si assuma la responsabilità con una legge e pongono diverse questioni, a partire da chi debba sostenere i costi dei tamponi che i lavoratori che non si vaccinano dovrebbero fare ogni due giorni per mantenere la validità del pass.

“Qualsiasi decisione” sarà presa “con il dialogo”, ribadisce in tv il ministro del Lavoro Andrea Orlando dopo che per tutto il pomeriggio insieme al collega della Salute Roberto Speranza ha ascoltato le valutazioni dei rappresentanti di imprese e mlavoratori. Confermando, di fatto, che una soluzione per tenere insieme diritto al lavoro e alla salute ed esigenze dell’economia ancora non c’è.

Un punto mette tutti d’accordo, finora i protocolli sul lavoro hanno svolto un ruolo importante e hanno ben funzionato e bisogna assolutamente evitare altre chiusure che sarebbero una doccia gelata su una ripresa che per ora sta procedendo a ritmi più sostenuti delle stime proprio dopo le riaperture. Sul come arrivarci però restano le distanze, come ammette lo stesso Orlando.

Confindustria, secondo quanto viene riferito, avrebbe ribadito l’imperativo di tutelare la salute pubblica e garantire la continuità produttiva, introducendo con un intervento normativo l’obbligo sul green pass in azienda da aggiungere alle altre misure anti-Covid previste dai protocolli.

Nessuna intenzione, però, di sostenere eventuali costi dei tamponi per chi non si vaccina. Anche l’Abi avrebbe sottolineato che i vaccini sono fondamentali e che se l’esecutivo ha intenzione di introdurre novità lo deve fare per legge.

Il rischio che le imprese possano “risparmiare sulla sicurezza” è quello che paventano invece i sindacati: “l’applicazione del Protocollo è comunque indispensabile”, chiarisce il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri mricordando peraltro che anche per modificare quegli accordi, recepiti per legge, servirebbe “un altro provvedimento normativo”.

Vaccini e green pass non possono essere “il liberi tutti” in ufficio o in fabbrica, e “non possono servire né per licenziare, né per demansionare, né per ridurre gli stipendi”, rincara la dose il segretario genarale della Cgil Maurizio Landini.

Dovrà essere “il Governo ad introdurre, quando e se lo riterrà necessario, l’obbligo del vaccino” ribadisce anche il segretario confederale della Cisl Angelo Colombini. E in più, i costi dei tamponi non possono essere a carico dei lavoratori. I sindacati sono comunque pronti a “una campagna straordinaria di informazione sui vaccini nei luoghi di lavoro e nel Paese”.

Mentre l’incontro è servito a fare un punto anche sui vaccini in azienda, con qualche associazione di categoria che ha lamentato tetti regionali a 500 o mille inoculazioni al giorno per essere hub vaccinali che hanno rallentato la campagna.

I commercianti e i rappresentanti di bar e ristoranti, dove proprio da oggi è scattato l’obbligo di green pass per sedere nei tavoli all’interno, chiedono invece che per un eventuale obbligo anche per i dipendenti si segua il modello dei trasporti, dando il tempo alle strutture di adeguarsi evitando di intervenire nel bel mezzo dell’estate quando già si fatica in alcuni settori a trovare addetti.

“Occorre una attenta programmazione, tenendo conto, in particolare, dell’esigenza di non impattare sulla stagione estiva in pieno svolgimento, determinando rischi di carenza di forza lavoro”, ha sottolineato Confcommercio, sulla stessa linea di Confesercenti.

Mentre le cooperative si sono dette certamente favorevoli a introdurre il certificato verde perlomeno per “quelle categorie che abbiamo definito ‘più sensibili’ (come gli operatori socio-assistenziali delle RSA ed altri operatori che, sebbene impiegati in professioni differenti, sono quotidianamente esposti al contatto con il pubblico”.

(di Silvia Gasparetto/ANSA).

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