Tokyo: Casa Italia, cifre record tra ricavi e ascolti

La Casa Italia di Tokyo 2020 al "The Kihinkan - Takanawa Manor House", edificio dai tratti liberty nel quartiere di Minato.
La Casa Italia di Tokyo 2020 al "The Kihinkan - Takanawa Manor House", edificio dai tratti liberty nel quartiere di Minato. (Ansalatina)

TOKYO. – “Siamo la casa degli italiani ai Giochi, delle vittorie e delle sconfitte che si celebrano in tutte le nostre famiglie, fatta dai protagonisti, che sono gli atleti, e narrati dai media e dalla comunicazione digitale”.

Diego Nepi, direttore marketing del CONI e responsabile del progetto Casa Italia, sta arrivando in porto con il suo progetto che ha “creato in 3 anni per poi giocarselo in 3 settimane”.

Chiudono le Olimpiadi di Tokyo 2020 e si conclude anche l’edizione giapponese di Casa Italia.

In Giappone, il progetto Casa Italia – un’idea nata alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984 – ha messo il sigillo a una performance eccezionale con ottimi risultati colti nelle condizioni più difficili: il sistema Italia Team-Casa Italia, che si è concretizzato a Rio 2016, è strutturato in modo da portare ricavi con un fundraising privato strategico a livello nazionale e internazionale.

Dalle cifre di Casa Italia oggi, dopo un’Olimpiade rinviata di un anno causa Covid e portata a termine in una bolla sanitaria e senza pubblico, emergono ricavi per 16.311 milioni di euro per il 2021. Casa Italia cresce del 9% rispetto alle Olimpiadi di Rio 2016. Il margine operativo lordo cresce del 49% rispetto a Rio 2016 e si attesta a 3,5 milioni di euro, dimostrando un’evidente capacità di adattamento e miglioramento dei risultati anche nella contingenza.

Ma Italia Team e Casa Italia hanno dimostrato ancora una volta di essere innanzitutto due brand che ben rappresentano l’essenza dell’italianità e strumenti di comunicazione e interazione importanti per tutti i partner italiani ed internazionali.

Un effetto lampante di questa propensione è l’enorme successo dei social media: Casa Italia è medaglia d’oro per acquisizione organica di fan e follower su Facebook, Instagram e Twitter con una “reach” cumulata pari a più di 340 milioni (488% di incremento rispetto a Rio 2016).

Nei giorni di Tokyo più di 23 milioni di utenti social hanno visualizzato le storie degli atleti azzurri, di Casa Italia e dei partner. Risultati che – insieme ai numeri della produzione (oltre 3.000 contenuti per tutte le piattaforme social e digitali, un totale di 45.000 ore) – spiegano lo slogan adottato per i due brand: Stupor Mundi.

Otto olimpiadi alle spalle – dal 2006 costruisce, anima e sviluppa i quartieri generali della presenza italiana alle Olimpiadi – Nepi racconta i momenti difficili della prima ondata di Covid, del rinvio di Tokyo 2020: “non abbiamo mai tentennato pur avendo paura – dice – per noi essere presenti rimaneva l’obiettivo. E tutto doveva essere perfetto per poter affrontare il percorso: conti economici in ordine, progettualità più solida possibile e motivazione del capitale umano che per noi è importante. ‘People first’ è il nostro motto, le persone al centro del progetto. E persone molto motivate”.

Una strada che ha portato al successo, celebrato nella bellissima dimora scelta seguendo l’ispirazione del “concept” definito Mirabilia: ospitale e prestigiosa, Casa Italia di Tokyo 2020 sorge a “The Kihinkan – Takanawa Manor House”, edificio dai tratti liberty nel quartiere di Minato.

É stata per 3 settimane non soltanto la casa dei giornalisti inviati, ma sede di riunioni per il Coni e sala stampa multifunzionale dove ogni sera sono stati ospitati gli atleti reduci dalle prestazioni più notevoli della giornata. Conferenze stampa, momenti indimenticabili di esultanza, come  per gli ori di Tamberi e Jacobs, addirittura l’eccezione di una festa di compleanno, ieri, per Federica Pellegrini.

Nel suo ufficio, con finestre sul giardino della dimora d’epoca, Nepi è attorniato dai suoi collaboratori stretti, quelli che chiama “il quintetto” e che hanno lavorato a stretto contatto con lui in questi anni: Massimiliano Zucco, che si è occupato di tutto il settore servizi, food e beverage di Casa Italia; Luca Galliano (progettazione di Casa Italia), Lorenzo Pedicelli (marketing), Benedetta Stermieri (project manager) e Ludovica Mercuri, capo delle attività social di Italia Team.

Ma non dimentica un personaggio che in Giappone è la sua ombra: “è Nuba, il mio angelo custode – dice indicando una sorridente signora giapponese – è lei che mi ha accompagnato in questi tre anni giapponesi. Mi vedeva come un Don Chisciotte, parlavo con i giapponesi e lei che conosce la loro mentalità, non pensava che quel sogno potesse avversarsi”.

“Per aprire a Tokyo abbiamo dovuto creare la cosiddetta ‘bubble in the bubble'” – spiega – la bolla nella bolla. Un posto in cui gli atleti, confinati nel Villaggio Olimpico, potessero fidarsi ad entrare. La maggior soddisfazione? “La felicità degli atleti nel venire a Casa Italia, percepita da loro come un’isola felice dopo tutta la pressione dei Giochi. E l’aver espresso tutti i sentimenti, gioia per i successi ma anche il  senso di una sconfitta, di chi non ha vinto ma è esempio di rinascita. Non c’era sempre il tintinnio delle medaglie ma ha risuonato anche la voglia di riscatto”.

Da domenica, dopo la chiusura, sarà già tempo di progetti: “fra 7 mesi c’è Pechino, le Olimpiadi invernali – dice Nepi – ma nella testa c’è già Parigi 2024, che è domani. L’idea è creare una progettualità italiana che non impegni per tre anni e duri poi tre settimane. Punteremo a un’esistenza meno effimera di Casa Italia, con una marcia di avvicinamento, una sorta di ‘count-down’ dell’Italia che arriva a Parigi”.

(dell’inviato Tullio Giannotti /ANSA).