Stop commercio alimentare sleale, Italia avvia l’iter

Un negozio di generi alimentari a Pisa.
Un negozio di generi alimentari a Pisa. (ANSA/ FRANCO SILVI)

ROMA. – Corre in queste ore l’Italia per dare piena operatività alle norme contro le pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha approvato in prima lettura il decreto legislativo che recepisce nell’ordinamento italiano la direttiva Ue adottata ad aprile 2017.

“Ne ho parlato anche ieri in Cdm e abbiamo assunti tutti l’impegno – sottolinea il ministro Patuanelli – ad eliminare limite 15% per sanzionare vendite a prezzi inferiori al costo di produzione”.

Questo a poche ore dalla procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea contro 12 Stati, tra cui l’Italia, per non aver rispettato i tempi del recepimento. L’iter è ormai avviato per un decreto che dovrà essere votato dalle Commissioni Agricoltura e Attività produttive di Camera e Senato, per poi tornare in Cdm per l’approvazione definitiva. ”

Oggi stesso verrà comunicato a Bruxelles l’approvazione del Cdm e credo che l’Italia possa recuperare il ritardo accumulato ed evitare la procedura di infrazione”, fa sapere all’ANSA Paolo De Castro, soddisfatto del primo sì al recepimento della direttiva di cui è relatore a Bruxelles.

“È un provvedimento importantissimo che servirà a riequilibrare i rapporti di forza tra le parti negli scambi commerciali”, sottolinea Patuanelli, augurandosi che “possa essere ulteriormente migliorato per rafforzare maggiormente la posizione contrattuale della parte più debole”.

E sarà il ministero delle Politiche agricole, con il suo Ispettorato centrale repressione frodi (Icqrf) l’autorità nazionale designata, a vigilare e sanzionare in caso di mancato rispetto delle norme, chiamato a collaborare con gli altri Paesi anche in una  reciproca assistenza nelle indagini.

In particolare la direttiva introduce il livello minimo di tutela comune a tutta l’Unione europea e comprende un elenco di 16 pratiche commerciali sleali vietate lungo la filiera della catena alimentare.

Si va dai ritardi nei pagamenti e annullamenti di ordini dell’ultimo minuto per prodotti alimentari deperibili, alle modifiche unilaterali o retroattive dei contratti, al rifiuto di quelli scritti, fino al divieto di pagare al di sotto dei prezzi di produzione.

Ma ad essere colpito del decreto è anche il meccanismo delle aste al doppio ribasso, che provoca forti distorsioni lungo la filiera nella ripartizione del valore. Soddisfatto il mondo agricolo e i sindacati per regole invocate da tempo.

“È una svolta storica per combattere le speculazioni dal campo alla tavola, visto che oggi per ogni euro speso dai consumatori meno di 15 centesimi vanno agli agricoltori”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

“Ridarà fiducia e stabilità agli operatori e al mercato”, fa sapere il presidente Confagri Massimiliano Giansanti, mentre per Filiera Italia lo considera “un passo di trasparenza e competitività sana a tutela dell’intera filiera”. Plaude la Flai Cgil, convinta che il provvedimento andrà a tutelare non solo le imprese ma anche i lavoratori. Un testo innovativo, infine secondo Assica.

(di Sabina Licci/ANSA).

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