Il Pil corre, a giugno cresce anche l’occupazione

Uno stabilimento tessile
Uno stabilimento tessile

ROMA, 30 LUG – Il Pil dell’Italia corre, più di Francia e Germania.  L’inflazione sale, ma anche in questo caso a livelli meno preoccupanti che in Germania e in generale a ritmi fisiologici per la ripresa dell’economia.

L’occupazione cresce, anche se rispetto alla situazione pre-Covid il recupero è solo a metà. Il quadro che emerge dai dati macroeconomici dell’Istat sulla situazione italiana a cavallo tra primavera e estate è piuttosto incoraggiante.

Se la fiducia è alla base dell’economia di mercato, tra aprile e giugno l’Italia ne ha dato abbondantemente prova. I mesi primaverili sono stati quelli dell’assestamento del governo Draghi, dell’accelerazione della campagna vaccinale, del calo dei contagi e del conseguente progressivo allentamento delle restrizioni invernali.

Le famiglie hanno ritrovato la voglia di muoversi e di spendere e i servizi hanno ripreso a funzionare a ritmo sostanzialmente pieno, spingendo il tasso di crescita ben oltre le attese.

Il Pil è cresciuto a sorpresa del 2,7% sul trimestre precedente e della percentuale record di +17,3% rispetto allo stesso periodo del 2020, il punto più basso della crisi pandemica.

L’Italia ha fatto meglio della Francia, che ha chiuso i tre mesi con un +0,9% congiunturale, e della Germania, che ha deluso le aspettative con una crescita dell’1,5%.

Da fanalino di coda dell’Europa, l’economia italiana, come sottolineato dal commissario Paolo Gentiloni, ne è diventata traino insieme a quella spagnola, superando ampiamente la media Ue del +2%.

L’obiettivo di una crescita su base annua intorno al 5%, come indicato dalla stessa Commissione, dal Fmi, da Bankitalia e, seppure in modo prudente considerando il diffondersi della variante Delta, anche dal governo, sembra dunque ormai raggiungibile.

Il Pil acquisito calcolato dall’Istat, quello che si otterrebbe con una variazione nulla nel terzo e nel quarto trimestre del 2021, è infatti già al +4,8%, a un passo dalle previsioni. Tanto che il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, anche in vista dell’arrivo delle risorse del Recovery Fund, pronostica una possibile revisione delle stime a +6% grazie al “boom economico” in corso.

La risalita dei contagi rappresenta però un’incognita da non sottovalutare, anche perché soprattutto sul fronte lavoro la ripresa è ancora parziale. A giugno il tasso di disoccupazione è sceso sotto il 10% al 9,7%. Un risultato positivo anche se la media Ue è in questo caso molto più bassa, al 7,7%.

La tendenza alla crescita dell’occupazione si è comunque rafforzata con 166mila occupati in più rispetto a maggio e 267mila in più rispetto allo stesso mese del 2020. In tutto nei cinque mesi da febbraio a giugno, gli occupati sono stati 400mila in più.

L’aumento tuttavia non coinvolge i lavoratori autonomi, che

nello stesso periodo hanno registrato una diminuzione di 44 mila

unità, e soprattutto rispetto a febbraio 2020, mese precedente a

quello di inizio della pandemia, il numero di occupati è ancora inferiore di oltre 470 mila unità.

Va tenuta infine sotto osservazione anche l’inflazione. A luglio è salita ulteriormente all’1,8%, soprattutto sulla spinta dell’energia e in particolare dell’aumento delle bollette di luce e gas. Rispetto alla media Ue del 2%, l’Italia resta sotto la soglia di allarme, ben lontana dal 3,8% della Germania.

Se però la fiammata dei prezzi energetici e delle materie prime non dovesse mostrarsi provvisoria, come al momento indicano gran parte degli economisti, il quadro potrebbe complicarsi, coinvolgendo anche la Bce in probabili considerazioni di politica monetaria. Ed una eventuale stretta, al momento non ancora all’orizzonte, potrebbe tornare a provocare un nuovo avvitamento dell’economia.

(di Mila Onder/ANSA).