Biologa Barbara Gallavotti: “Pericoloso politicizzare la vaccinazione”

Operatore sanitario prepara una fiala di vaccino anti-Covid.
Operatore sanitario prepara una fiala di vaccino anti-Covid.. EPA/HOTLI SIMANJUNTAK

ROMA. – “Cercare di capire come in occidente ci siamo trovati in difficoltà nel ridefinire la nostra idea di libertà individuale e collettiva di fronte all’emergenza”. E’ il tema della lectio magistralis, dal titolo ‘Virus e libertà’, di Barbara Gallavotti nella giornata conclusiva del Libro possibile Festival 2021 a Vieste, che ha fra gli altri protagonisti Roberto Saviano, Gherardo Colombo, Cecilia Strada, Antonella Viola, Oscar Farinetti.

“Tutte le epidemie hanno degli elementi comuni, ma anche delle caratteristiche proprie, determinate dall’agente infettivo che le causa ma anche dal periodo in cui avvengono – dice all’ANSA la biologa, giornalista e divulgatrice, autrice fra gli altri di Le grandi epidemie – Come difendersi (Donzelli) uscito nel 2019 -. Questa pandemia è avvenuta in un momento storico unico, perché abbiamo potuto mettere a punto vaccini in tempi estremi e perché una parte consistente del mondo è riuscita a riorganizzare l’esistenza sulla base delle misure anticovid, come le chiusure o l’isolamento, che sarebbe stato improponibile anche solo ai tempi della spagnola”.

Un altro elemento positivo “è l’aver avuto finora a che fare, e speriamo anche in futuro sia così, con un agente infettivo particolarmente clemente con i più piccoli. Credo sia stato fondamentale nella nostra tenuta. Se avessimo dovuto affrontare una malattia che colpiva contemporaneamente, come capita spesso, i più piccoli e i più anziani, non so come ce la saremmo cavata emotivamente. Già così è stata sostanzialmente intollerabile”.

Invece tra gli aspetti negativi c’è il “non aver ancora capito quanto quanto il virus sia in grado si colpire a largo spettro l’organismo. Un elemento probabilmente collegato con il cosiddetto lungo covid”. Si avvicina la riapertura delle scuole, e si parla di vaccinazione obbligatoria per gli insegnanti: “Io preferirei che il vaccino non fosse obbligatorio – commenta la biologa, consigliere per il coordinamento scientifico del Museo nazionale della scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano -.

Penso che un tale provvedimento possa esasperare l’opposizione alla vaccinazione. Ma è anche vero che ci sono delle categorie per le quali non vaccinarsi può essere un enorme problema. In particolare penso agli operatori sanitari. Chi altri? La scuola è un altro servizio fondamentale e il fatto che i bambini non abbiano potuto fruirne in maniera regolare è probabilmente una tragedia che ci porteremo dietro per i prossimi anni”.

Comunque “prima di pensare a obblighi vaccinali bisognerebbe raggiungere con le informazioni corrette quelle persone che, pur non essendo ideologicamente contrarie ai vaccini, non vogliono vaccinarsi perché nessuno ha risposto ai loro dubbi. Obiettivamente è complicato creare questo tipo di servizio, ma bisogna trovare il modo”.

Intanto, vediamo che in Paesi come Stati Uniti, gran parte dell’opposizione ai vaccini “ormai è politica: il numero di chi non si vaccina fra i Repubblicani è molto più alto rispetto a quello di chi non si vaccina fra i Democratici”, fa notare Gallavotti. La politicizzazione della vaccinazione “è pericolosissima, perché il virus è un nemico comune e bisogna essere uniti per combatterlo”.

Questa politicizzazione sta avvenendo anche in Italia “e lo trovo incomprensibile. Si possono avere idee diverse sulle chiusure o le misure da prendere ma non sull’esistenza del virus e la sua pericolosità”. L’aver affrontato questi temi da ospite in programmi tv come Dimartedì su La7 le ha attirato contro le ire social dei no vax: “Gli attacchi per me non sono una novità, quelli più duri mi sono arrivati quando ho parlato molti anni fa di sperimentazione animale. Francamente questi ultimi due anni sono stati così intensi e pieni di lavoro che ho avuto poco tempo per seguire questa parte”, commenta con un sorriso.

Poi “io sono da anni tra gli autori di Superquark, dove ci guida la missione di raccontare quello che avviene nel mondo della scienza e della ricerca nella maniera più fedele e chiara possibile. Mettiamo in conto che non a tutti faccia piacere”.

Qual è la lezione più importante che si apprende da Piero Angela? “Il rispetto per chi ascolta. Per noi – conclude – l’obiettivo principale non è raccogliere pubblico, anche se sono sempre in molti a seguirci, ma dare sempre alle persone informazioni di qualità”.

(di Francesca Pierleoni/ANSA)