Roma: primo confronto tra i candidati a sindaco, tutti contro tutti

Roma: primo confronto tra i candidati a sindaco. Da sinistra: Michetti, Gualtieri, Raggi e Calenda.
Roma: primo confronto tra i candidati a sindaco. Da sinistra: Michetti, Gualtieri, Raggi e Calenda. (ANSA)

ROMA. – Partito all’insegna del fair play, tra photo opportunity e saluti gomito a gomito, il primo confronto pubblico tra i quattro candidati a sindaco di Roma finisce in uno scontro verbale ‘tutti contro tutti’ e senza esclusione di colpi. Allineati sul palco della Casa dell’Architettura, Virginia Raggi (M5s), Roberto Gualtieri (Pd), Carlo Calenda (Azione) ed Enrico Michetti (centrodestra) rispondono, per cinque minuti ciascuno, a domande su Recovery Plan, riforme, futuro della città e poteri speciali per la Capitale.

Ma soprattutto non si risparmiano valanghe di critiche, recriminazioni e sfottò. Tanto che, poco prima della fine, Michetti lascia in polemica la reunion sbuffando: “Roma non merita questa rissa, arrivederci…”. “Chi va via da un confronto perde sempre”, affonda Raggi.

La prima a prendere la parola è proprio lei, la sindaca che corre per il bis. Sostiene che la “trasformazione di Roma” sia “già in atto” e che con lei alla guida “continuerà ad andare avanti”. Poi il paragone della Città Eterna con una Ferrari: “Quando sono arrivata era ferma, io ho iniziato a farla ripartire, a farla correre, l’ho rimessa in pista”.

Calenda non aspetta altro: “Se Roma è una Ferrari, allora è un 348, dove non entravano le marce…Non c’è un chilometro di metropolitana progettata, la raccolta differenziata è disastrosa. E’ peggiorata in tutti settori di base. Noi con 500 persone abbiamo scritto le linee di sviluppo per la città”.

Michetti il ‘tribuno’, rispolvera l’Antica Roma, la sua passione: “La Roma di Augusto e di Cesare guardava al dialogo. Noi abbiamo bisogno di questo dialogo, abbiamo bisogno della Roma della Pax augustea. Il sogno è riportare subito la città alla normalità. Il sindaco deve stare tra la gente non nella stanza dei bottoni”.

Questa volta a giocare di fioretto è il professor Gualtieri che, inaspettatamente, punzecchia l’avversario: “Non riporteremo Roma all’Impero romano, Michetti, non abbiamo questa ambizione…”. “Parlerò tanto della Roma dei Cesari ma quella era la Roma del successo”, replica placido l’avvocato scelto dal centrodestra. Per lui il secondo affondo arriva dal leader di Azione: “Non possiamo parlare ai romani dei Cesari. È una cosa ridicola”. “Io non replico alle provocazioni – la sua risposta -. Il cittadino è sempre stato cittadino di Roma, da Romolo e Remo”.

Subito dopo, arriva il round ‘Calenda-Gualteri vs Raggi’. Entrambi gli ex ministri citano le loro esperienza di governo con l’intenzione di farne tesoro in Campidoglio. “Tante chiacchiere…”, tuona Raggi rinfacciando loro di non aver fatto nulla per la città quando potevano. A questo punto Gualtieri si scalda: “La situazione è disastrosa. I soldi non sono stati spesi per imperizia. Quando ero ministro abbiamo fatto due bandi per il trasporto pubblico di massa, a Roma c’erano solo le funivie! Il Recovery è l’ultima occasione per ripartire”.

Dulcis in fundo, la querelle con il capo politico di Azione che tira in ballo anche la Regione Lazio di Nicola Zingaretti per spiegare i disservizi di Roma. “Carlo, sono stupito dal tuo cerchiobottismo – lo difende il parlamentare dem -, nel disastro dei rifiuti non puoi mettere sullo stesso piano il lavoro della Regione che ci rende orgogliosi e quello del Comune”. “Quando c’è di mezzo Zingaretti parti ….”, ironizza tagliente Calenda. E la sindaca chiosa divertita: “Litigano…”.

Non deve essersi troppo divertito (a causa dei tempi del confronto nel merito erosi dai litigi) il candidato Michetti che pochi minuti prima della fine si alza, saluta e se ne va in polemica con la “rissa” degli altri contendenti. “Quello di oggi era un confronto da campagna elettorale, non un pic-nic”, commenta Calenda. Gualtieri è l’unico che si dice dispiaciuto ma poi rincara la dose: “Noi abbiamo ascoltato con grande rispetto. Certo, abbiamo ascoltato parole sull’impero romano…”.

(di Paola Lo Mele e Giulia Marrazzo/ANSA)