Tokyo, Paltrinieri amaro: “Dopo monucleosi sarà dura”

Gregorio Paltrinieri (S) e l'ucraniano Misha Romanchuk, si congratulano a fine gara.
Gregorio Paltrinieri (S) e l'ucraniano Misha Romanchuk, si congratulano a fine gara. (ANSA)

TOKYO.  – Col fiato corto, ma comunque aggrappato alla finale degli 800, la prima delle tre grandi fatiche di “Greg”. In sala stampa tecnici e addetti stranieri nominano solo lui di fronte ai parziali aggiornati in diretta: “Paltrinieri”, con l’accento straniero e   increduli.

Lo conoscono come un onnivoro delle lunghe distanze. In vasca però oggi si notava solo la grande forza di volontà dell’olimpionico carpigiano, tanto che mentre loro restavano sorpresi dell’ottavo tempo che lo qualificava alla finale degli 800 stile solo “per il rotto della cuffia”, come lui stesso ammetteva, parlando della malattia che lo ha frenato rimettendo tutto in gioco a poche settimane da Tokyo.

“La mononucleosi ha cambiato tutto. Per almeno due settimane in vasca ma poi anche al rientro per giorni annaspavo”. Quel 7’47”73 allora è oro colato, quello che per esempio non è riuscito al “fratellino” Gabriele Detti, 12esimo generale e fuori dai Giochi nel vero senso della parola: “È stata una gara orribile, come tutto questo anno. Non ho forze, non capisco perché”, ripete il livornese che poi guarda Greg arrivare e dice semplicemente “e adesso facciamo il tifo per quest’altro che dopodomani ne avrà bisogno”.

Perché oltre all’ucraino Misha Romanchuk, che ha vinto le batterie in 7’41″28, contro Paltrinieri c’è anche un mese di preparazione olimpica buttato via, quello decisivo: “Ho pensato di non venire più. Fino a un mese fa non sapevo cosa avrei fatto, non sapevo se ce l’avrei fatta – ammette il lunghista azzurro – È dura: ma vediamo in finale, libero la mente e tuttopuò succedere”.

Già esserci, per lui è un successo: “Tutto di guadagnato, sono contentissimo di essere entrato in finale, perché non è mai scontato e oggi men che meno”. Si allenerà gara mdopo gara, anche in vista dei 1500 e della 10 km in acque mlibere: “Penso di non cambiare il programma, non toglierò gare”, mconferma Paltrinieri.

Che però l’amarezza non riesce proprio a nasconderla: “Cinque mesi fa vincevo 5 medaglie agli Europei e mi sentivo un dio, ma purtroppo è successo…”.

Nuove gioie invece arrivano dai velocisti e dalla staffetta. Thomas Ceccon si prende anche i 100 stile, vincendo con il tempo di 47”71 l’infinita batteria di qualifica e anticipando anche Caeleb Dressel, che nella 4×100 di ieri aveva vinto l’oro con gli Usa.

Una bella botta di adrenalina per il veneto, che nei 100 dorso in mattinata aveva solo sfiorato il bronzo con il quarto tempo in finale (52″30), che vale comunque il record italiano. Sempre nei 100, quarto tempo generale per Alessandro Miressi, in queste Olimpiadi finora il meno in forma dei velocisti.

Sull’onda lunga dell’impresa della 4×100, arriva anche la risposta della 4ž200, con la qualificazione in finale di Di Cola, Ciampi, De Tullio e Megli con il terzo tempo dietro  Gran Bretagna e Australia. Si può sognare ancora. É in finale anche Federico Burdisso, che con un po’ di fatica chiude terzo in 1’55″11. Giovedì sarà una bella battaglia.

Quella che non è riuscita a guadagnarsi Benedetta Pilato, primatista mondiale dei 50 rana, che ha steccato inaspettatamente la qualifica e oggi su Instagram ha pubblicato un lungo post in cui spiega: “Finisce qui una delle esperienze più belle della mia vita. Avrei voluto fare di più. Sono partita con un obiettivo e purtroppo torno a casa con un pò di delusione. Mi serve per crescere, per maturare e per riuscire meglio la prossima volta”, prima di rivendicare con un pizzico di polemica: “Grazie a tutti e soprattutto a chi aspettava da tanto un mio momento buio, mi aiutate soltanto a fare ancora meglio”.