Green pass al lavoro, monta la protesta dei sindacati

Una ricostruzione grafica del Green Pass, il certificato digitale Covid dell'UE, all'interno della stazione Termini,
Una ricostruzione grafica del Green Pass, il certificato digitale Covid dell'UE, all'interno della stazione Termini, Roma, 16 luglio 2021. ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Come era prevedibile l’ipotesi di Confindustria su un green pass anche nelle fabbriche, forse nell’intenzione di spronare il governo a misure più restrittive in termini di prevenzione dei contagi sui luoghi di lavoro, trova l’opposizione rinnovata dei sindacati.

Accanto a loro si schiera anche il presidente della Camera, Roberto Fico, che si dice contrario alla proposta filtrata ieri dagli industriali mentre riserve arrivano anche da un’altra delle associazioni di categoria, la Coldiretti, che mette in guardia sulla possibilità di avere scarsità di raccoglitori e di approvvigionamento alimentare.

Il tema resta in ogni caso divisivo al momento, come l’obbligo vaccinale di altre categorie di lavoratori, ad iniziare dagli insegnanti e dal personale della scuola dove l’attesa degli ultimi giorni dovrebbe servire a convincere gli operatori del settore prima di prendere in considerazione una stretta ulteriore.

La Cgil interviene con il suo segretario generale, Maurizio Landini, sottolineando che Confindustria non può decidere su questioni demandate alla sola responsabilità dell’Esecutivo.  “Spero che sia il caldo”, commenta il leader di Corso d’Italia la proposta sul Green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro.

Poi spiega: “In questo anno di pandemia i lavoratori sono sempre andati in fabbrica in sicurezza. Rispettando i protocolli e le norme di distanziamento. Non sono le aziende che devono stabilire chi entra e chi esce”.

Landini aggiunge: “Certamente una scelta di questo tipo la può compiere solo il governo”. Per la Cisl “il ruolo delle parti sociali è favorire in maniera responsabile la vaccinazione in tutti i luoghi di lavoro e nelle aziende che si sono rese disponibili a costituire hub vaccinali aggiuntivi a quelli della sanità pubblica, come avevamo sottoscritto il 6 aprile scorso insieme alla Confindustria ed alle altre associazioni imprenditoriali per tutelare la salute collettiva e quella dei lavoratori. Porre dei vincoli di accesso ai luoghi di lavoro mediante il green pass non rientra nel perimetro del protocollo ed in ogni caso è una modalità discriminatoria di controllo che non può essere imposta con una circolare alle aziende”.

Per il governo interviene la sottosegretaria all’Economia, Cecilia Guerra, aprendo sostanzialmente ad un green pass nella scuola e affermando che per il resto la decisione debba essere presa dal governo e non dai datori di lavoro autonomamente. “Non arriveremo all’obbligo della vaccinazione per tutti i cittadini”, sottolinea, aggiungendo come in questo contesto “le decisioni vadano prese congiuntamente” e non ci possono essere decisioni unilaterali”.

Per gli insegnanti e il personale scolastico “il confronto è in atto” ma è chiaro che nei luoghi dove non ci può essere distanziamento va fatta una riflessione.”Il confronto sull’obbligo potrebbe porsi come per il personale sanitario. É una discussione che si deve fare laicamente ma la mia opinione è che si possa arrivare a questo”.

L’obbligo del green pass sul lavoro mette a rischio le forniture alimentari del Paese dove solo la metà della popolazione è completamente vaccinata, con difficoltà per l’arrivo di stagionali dall’estero dai quali dipende 1/4 dei raccolti Made in Italy è la posizione espressa dalla Coldiretti che ricorda come nelle campagne la raccolta di frutta e verdura sia in piena attività, mentre tra poche settimane inizierà la vendemmia.

Appuntamenti non rinviabili che riguardano prodotti altamente deperibili già colpiti dagli effetti del maltempo. A preoccupare sono gli ostacoli per l’arrivo dei 368 mila lavoratori provenienti da 155 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo il 29% del totale delle giornate necessarie al settore; persone che per la grande maggioranza collaborano da anni nelle aziende e che ogni anno attraversano il confine per poi tornare nel proprio Paese.

Sul tema anche il presidente della Camera Roberto Fico interviene per dirsi in disaccordo con Viale dell’Astronomia: “Il governo sta lavorando. Vedremo cosa verrà fuori dalla cabina di regia”, aggiunge.

“Io sono vaccinato con con due dosi. Spero la campagna vaccinale possa proseguire nel modo migliore anche informando, ascoltando, comprendendo. Penso che l’ascolto sia fondamentale”.