Coronavirus in Italia: tra movida e paura, il week-end della variante Delta

Un momento della movida a Campo dei Fiori durante la Fase 3 dell'emergenza per il Covid-19 Coronavirus, Roma
Carabinieri controllano la movida a Campo dei Fiori durante la Fase 3 dell'emergenza per il Covid-19 Coronavirus, Roma (Archivio). ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Il popolo della notte e l’incognita della variante Delta. Un fine settimana vissuto tra la voglia di evasione, di vacanza e locali, e la paura che la curva in risalita dei contagi possa portare a nuovi divieti. Possa, in sostanza, colpire la movida e anche il suo indotto economico. All’estero, in mete spesso privilegiate dai giovanissimi anche italiani, si è già passati alle vie di fatto.

E’ il caso dell’isola di Mykonos, in Grecia dove la ‘preoccupante’ impennata di casi ha indotto le autorità locali a imporre nuove restrizioni, valide fino al 26 luglio, compreso il coprifuoco tra l’una e le sei del mattino e il divieto di mettere musica per bar, club e ristoranti. Una decisione che arriva a 24 ore da quella presa a Barcellona con il ritorno, da oggi, del coprifuoco esteso anche alle altre città della Catalogna come le famose località balneari di Sitges e Salou.

Decisioni forti prese nel cuore della stagione estiva e che forse incideranno sulla scelta degli italiani per le vacanze. In base ad una analisi della Coldiretti, infatti, sono meno di 1,5 milioni i nostri connazionali che hanno deciso di trascorrere una vacanza all’estero.

Gli italiani hanno deciso per la quasi totalità di rimanere nei confini nazionali ma c’è addirittura un italiano su tre (33,3%) che ha scelto di fare una vacanza a chilometri zero restando all’interno della propria regione. Una scelta dettata dal fatto che, al momento, divieti e restrizioni dentro i confini nazionali non sembrerebbero all’ordine del giorno.

In Sardegna, però, c’è chi si schiera contro il green pass per accedere in ristoranti, piscine e altri luoghi pubblici. A Curcuris, piccolo centro dell’Oristanese ai piedi del monte Arci, è partita una sorta di rivolta contro il lasciapassare verde. Jonata Cancedda, 32 anni, ha affisso una locandina all’ingresso del suo bar-ristorante-pizzeria. Testo molto chiaro e diretto.

“Qui non chiediamo il green pass per entrare”. “Non ritengo giusto che vengano lesi i diritti di chi non è vaccinato – spiega – io non sono contro i vaccini. Non è questo il problema. Ma non sopporto che ci possano essere discriminazioni e diversità tra chi è vaccinato e chi con è vaccinato”.

In Toscana si è andati oltre con l’adozione di una sorta di green pass al contrario per accedere in un negozio. “Vietato l’ingresso ai vaccinati negli ultimi 14 giorni” è in sintesi quanto scritto su un cartello esposto da qualche giorno dal titolare di un esercizio di via del Can Bianco, nel centro di Pistoia.

Iniziativa che ha creato polemiche sui social e non solo, tra favorevoli e contrari. Infine, per quanto riguarda la situazione degli oltre 500 giovani italiani contagiati mentre si trovavano in vacanza e ora in isolamento, tra Malta, Grecia, Spagna, Dubai, Gran Bretagna, Cipro e Portogallo, il Comitato Cura Domiciliare Covid-19 che, attraverso i suoi medici, si sta prendendo cura dei ragazzi ha “invitato il ministero ad organizzare con urgenza dei voli di rientro, almeno per i minorenni, per poi collocarli in eventuali Covid Hotel senza quindi mettere in pericolo la salute del resto dei loro familiari”.

(di Marco Maffettone/ANSA)

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