Caritas: 56% poveri escluso da reddito cittadinanza

Una mensa per i poveri a Verona.
Una mensa per i poveri a Verona. (ANSA)

ROMA. – Il 56% dei poveri in Italia non fruisce del reddito di cittadinanza e un terzo dei beneficiari non è povero.  Il Rapporto Caritas sulle politiche contro la povertà traccia quest’anno  una quadro dedicato a un approfondito monitoraggio del reddito di cittadinanza.

Le famiglie povere escluse tendono, più di frequente, a risiedere nel Nord, ad avere minori, ad avere un richiedente straniero, ad avere un patrimonio mobiliare (risparmi) superiore alla soglia consentita. Attualmente, sottolinea la Caritas, sono escluse dalla possibilità di richiedere il reddito quattro famiglie straniere su 10.

La riforma del reddito di cittadinanza è un tema sul tavolo della politica, per una messa a punto che renda più efficiente l’aspetto delle politiche attive, che dovevano passare per i navigator e che, complice anche il blocco occupazionale della pandemia, non ha funzionato appieno. Non lo ha nascosto nemmeno il ministro del lavoro, Andrea Orlando che ha parlato di “strumento migliorabile”.

Ci sono – ha detto –  “delle storture che devono essere aggiustate, ma con il fine di rafforzare la misura, per farle centrare meglio l’obiettivo che le è assegnato”. Orlando, intervenendo alla presentazione del rapporto, ha comunque difeso il provvedimento: “Se noi decidessimo domattina di abolire il reddito di cittadinanza – ha detto – torneremmo a essere tra i pochi Paesi che non dispongono di uno strumento di contrasto alla povertà”, aggiungendo che “il reddito è stato uno strumento utile per gestire la pandemia, garantendo al meglio la coesione sociale”.

Secondo quanto emerge dal rapporto Caritas il requisito economico che più di tutti restringe l’accesso alla misura, alle famiglie in povertà assoluta, è quello del patrimonio mobiliare (solo due terzi di queste lo soddisfa). Inoltre, a causa di una scala di equivalenza “piatta”, che sfavorisce le famiglie numerose e con figli minori, il tasso di inclusione del reddito è decrescente all’aumentare del numero di componenti all’interno del nucleo.

Rispetto alla dimensione geografica, nel Nord il numero delle famiglie che fruiscono del reddito di cittadinanza è il 37% di quelle in povertà assoluta, nel Centro il 69%, nel Sud il 95%.

C’è poi l’aspetto riguardante l’inserimento nel mondo del lavoro dei percettori del reddito, unitamente al ruolo di navigator e centri per l’impiego. “I ritardi nell’attuazione del piano di potenziamento dei centri per l’impiego sono significativi e per molti aspetti inaccettabili”, ha puntualizzato Orlando.

“Non ho mai demonizzato la figura dei navigator – ha detto il ministro – sono persone che hanno passato una selezione e non erano certo loro i responsabili dei limiti della misura. Sono diventati anche loro un bersaglio”.

“Però – ha proseguito – nell’idea che ci sia un canale distinto, nell’accesso alle politiche attive del lavoro, c’è un elemento che va riconsiderato: dobbiamo avere dei centri per l’impiego che siano in grado anche di prendersi in carico i percettori del reddito di cittadinanza”. “L’esperienza di chi ha fatto il navigator potrà essere utile, ma dentro un contesto nel quale la presa in carico non è differenziata”, ha sottolineato.

(di Marco Assab/ ANSA).

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