Coronavirus in Italia: variante Delta spinge i contagi in tutte le regioni

Persone che prendono l'aperitivo a Venezia in una recente immagine
Persone che prendono l'aperitivo a Venezia in una recente immagine. ANSA/ ANDREA MEROLA

ROMA. – Risale decisamente sopra 1 in Italia l’indice Rt che indica il numero di persone che possono essere contagiate da una persona portatrice dell’infezione da virus SarsCoV2 secondo i nuovi calcoli delle tre piattaforme che elaborano quotidianamente i dati dell’epidemia. Risale anche la curva dell’epidemia, che segna ormai una crescita settimanale compresa fra il 60% e il 70% e che nelle ultime 24 ore ha fatto registrare un incremento di 2.455 casi.

Spinti dalla variante Delta, che anche nel nostro Paese ha ormai superato la variante Alfa, stanno aumentando anche i contagi in tutte le regioni. La curva dell’epidemia di Covid-19 punta decisamente verso l’altro anche in tre quarti dei Paesi europei e ha ormai assunto un andamento esponenziale in Grecia, Danimarca e Olanda. In Gran Bretagna, dove era in atto una frenata dei nuovi casi, da tre giorni il trend si è interrotto, come indicano i calcoli dell’incidenza fatti dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).

I dati del ministero della Salute indicano un incremento giornaliero di 2.455 positivi contro i 2.153 del giorno precedente, individuati con 190.922 test fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 210.599 del giorno prima. Risulta così un tasso di positività di 1,3 contro l’1,02 di 24 ore prima. Vanno decisamente meglio i dati relativi ai decessi, che in 24 ore segnano un incremento di 9, contro i 23 del giorno precedente, e quelli relativi ai ricoveri nei reparti ordinari: si sono ridotti di 19 in 24 ore, per un totale di 1.089.

Nelle unità di terapia intensiva sono ricoverati complessivamente 153 pazienti, ossia 2 in più nel saldo tra entrate e uscite; in 24 ore gli ingressi giornalieri sono aumentati da 7 a 11. Sempre il ministero della Salute indica che, fra le regioni, l’incremento giornaliero maggiore è avvenuto in Lombardia, con 381 nuovi casi in 24 ore; seguono Lazio e Sicilia, entrambe con 353 nuovi casi, e poi Veneto (318), Campania (234), Toscana (173) ed Emilia Romagna (167).

Che il passo dell’epidemia stia accelerando lo indicano anche tutti i siti che calcolano l’indice Rt sulla base di indicatori e criteri diversi rispetto a quelli adottati dall’Istituto Superiore di Sanita (Iss). Indica Rt a 1,0 e “in rapida crescita” il sito del fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento e coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).

Lo stesso Battiston precisa comunque che il calcolo si riferisce allo scorso 11 luglio e che è opportuno considerare valori più vicini nel tempo. E’ per esempio il caso del Covistat, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), che sulla base dei dati aggiornati al 15 luglio calcola l’indice Rt a 1,28, con un margine di incertezza compreso fra 1.50 e 1.09 e un’affidabilità del 95%.

E’ in linea con questo valore il Covindex, che sui dati del 15 luglio indica per Rt il valore di 1,45, calcolato sulla base del rapporto tra il numero dei nuovi casi positivi e i tamponi eseguiti. Il Covindex risulta superiore a 1 in 19 regioni: fanno eccezione Basilicata e Valle d’Aosta, con valori rispettivamente di 0,83 e 0,68. I valori più alti si registrano invece in Sardegna (2,33), provincia autonoma di Trento (2,01) e Molise (1,93).

A segnalare la risalita dei contagi è anche la Fondazione Gimbe, che nel suo monitoraggio, relativo alla settimana dal 7 al 13 luglio, osserva la tendenza a un aumento dei casi del 61%; nella stessa settimana è stata osservata una riduzione dei ricoveri dell’11,3% (143 in meno) e una riduzione dei decessi del 35% (50 in meno).

“Sul fronte dei nuovi casi si registra un netto incremento settimanale, peraltro sottostimato da un’attività di testing in continuo calo”, osserva il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. Una situazione, rileva, che “rende impossibile un tracciamento adeguato dei contatti”.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

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