Cuba: scontri e arresti, protesta come negli anni ’90

Una protesta en la Habana. Archivo.(Ansalatina)

ROMA.  – Scontri, centinaia di arresti e almeno un agente ferito: è il bilancio delle nuove violenze di ieri a Cuba, dove migliaia di dimostranti sono scesi in strada nella più grande protesta di massa mai vista sull’isola negli ultimi 30 anni: nel mirino c’e’ sempre il presidente della repubblica Miguel Díaz-Canel, la dittatura comunista ed una situazione economica che continua a peggiorare, stretta nella morsa delle sanzioni americane.

Il Miami Herald cita il sito web Inventario, che monitora la situazione nel Paese, secondo cui ieri le proteste hanno interessato almeno 25 città.

Un video ripreso all’una di notte e pubblicato su Facebook, riporta sempre il giornale, mostra centinaia di dimostranti a Palma Soriano (est) che chiedono libertà al grido di “Abbasso la dittatura” e “Abbasso Díaz-Canel”.

La gente in strada chiedeva inoltre medicine, vaccini anti Covid e “la fine della fame”. Nel filmato si vede poi un gruppo di persone che spinge un’auto della polizia gridando “la dittatura è appena arrivata” riferendosi alle forze dell’ordine.

Il Guardian pubblica oggi un’immagine con tre auto della polizia rovesciate e spiega che le proteste sono iniziate in mattinata a San Antonio de los Baños (ovest), oltre che a Palma Soriano, e grazie ai social hanno rapidamente coinvolto L’Avana, dove in miglia hanno sfilato lungo le strade del centro gridando slogan come “patria e vita” e “libertà”.

Gli agenti – in divisa e in borghese, riporta il quotidiano britannico – hanno risposto con manganelli e spray al peperoncino, arrestando centinaia di dimostranti che sono stati caricati nei furgoni e portati via. Almeno un poliziotto è stato colpito alla testa da una pietra ed è stato trasportato in ospedale.

La Reuters scrive sul suo sito web, citando testimoni oculari, che nelle strade della capitale sono state viste Jeep delle forze speciali equipaggiate con mitragliatrici.

Dall’estero, il presidente americano Joe Biden lancia un appello al regime cubano perché ascolti il suo popolo e la sua chiara richiesta di libertà e di aiuto per la crisi legata alla pandemia.

In risposta, Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel accusa gli Stati Uniti di voler provocare disordini sociali nell’isola.

Mentre, La Russia ed il Messico hanno messo in guardia contro qualsiasi “interferenza esterna” a Cuba, dopo che migliaia di persone hanno partecipato alle proteste contro il governo.

“Consideriamo inaccettabile che ci sia un’interferenza esterna negli affari interni di uno Stato sovrano o qualsiasi azione distruttiva che incoraggi la destabilizzazione della situazione sull’isola”, ha detto la portavoce del ministero degli esteri Maria Zakharova in una dichiarazione, ripresa dai medi russi.

Dal canto suo, il presidente messicano AndresManuel Lopez Obrador ha messo in guardia da ogni ingerenza negli affario di Cuba e da ogni tentazione interventista, offrendo anche di inviare degli aiuti a L’Avana. “Il Messico può aiutare inviando medicine, vaccini anti Covid e cibo”, ha detto Lopez Obrador.

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