Haiti nel caos, first lady ferita ricorda l’agguato

Agenti di polizia nei pressi dell'abitazione del presidente di Haití ucciso.
Agenti di polizia nei pressi dell'abitazione del presidente di Haití ucciso. ANSA/EPA/Jean Marc Herve Abelard

ROMA. – Con una mossa a sorpresa, che ha fatto gridare al miracolo, la ‘first lady’ di Haiti, Martine Moise, ha postato sul suo account Twitter un documento audio in lingua creola in cui rivendica fortemente il lavoro di suo marito Jovenel Moise, e denuncia “i mercenari” che lo hanno assassinato (il 7 luglio) e che “ora vogliono uccidere anche le sue idee”.

Il messaggio giunge in un momento di grande caos istituzionale, quando almeno tre personalità politiche si contendono il potere – il primo ministro uscente Claude Joseph, il premier nominato da Moise prima di morire, Ariel Henry, e il presidente ad interim Joseph Lambert, scelto da otto senatori ancora in esercizio – e mentre l’opposizione minaccia di scendere in forze in piazza.

La crisi haitiana, aggravata dall’azione di bande criminali che si contendono il territorio, preoccupa la comunità internazionale, fra cui gli Usa e l’Onu, a cui le autorità haitiane hanno chiesto aiuto, anche con l’eventuale invio di un contingente militare.

Papa Francesco ha toccato oggi l’argomento con un accorato appello all’Angelus dal Policlinico Gemelli. “Sono vicino al caro popolo haitiano – ha detto – e auspico che cessi la spirale della violenza e che la Nazione possa riprendere il cammino verso un futuro di pace e di concordia”.

Trasferita tre giorni fa a Miami, in Florida, con un’ambulanza sanitaria in condizioni definite “stabili ma molto critiche”, Martine Moise doveva essere sottoposto ad un delicato intervento chirurgico che non si sa se è stato già realizzato. Per questo, il tono fermo e quasi sereno della voce che si ascolta nel documento sonoro di due minuti e mezzo ha suscitato lo scetticismo di alcuni media haitiani sulla sua autenticità, che è stata però “certificata” dal ministro della Cultura e della Comunicazione, Pradel Henriquez.

Sottolineando di “essere viva grazie a Dio”, la ‘first lady’ ha ricordato i momenti tragici dell’attacco notturno alla sua residenza, quando, “in un batter d’occhio, i mercenari sono entrati in casa mia e hanno crivellato mio marito di proiettili”. “Per assassinare un presidente senza avergli dato la possibilità di dire nemmeno una parola – ha sottolineato – si deve essere davvero criminali incalliti”. E, ha aggiunto, “mentre quei mercenari sono in prigione, ce ne sono altri ora che vogliono uccidere il suo sogno e le idee che aveva per il bene del Paese”.

Dal gennaio 2020 il defunto presidente Moise governava per decreto, mentre per il rinvio delle elezioni legislative il Parlamento era inoperante con solo dieci senatori (su 30) ancora in funzione. In più la Corte suprema, organo che per la Costituzione avrebbe potuto risolvere la crisi istituzionale, è stata sciolta, con il suo presidente, René Sylvestre, morto di Covid alla fine di giugno.

(di Maurizio Salvi/ANSA)