G20 appoggia la global tax, allarme-clima e pandemie

Il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco arriv a Arsenale per il G20 Finanze.
Il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco arriv a Arsenale per il G20 Finanze. ANSA/ANDREA MEROLA

ROMA. – Il G20 finanze incassa il “sì” di principio all’accordo sulla tassazione delle multinazionali, ma il tema, nella prima giornata di vertice dei ministri delle Finanze e Governatori, viene quasi messo in secondo piano dal livello crescente di allarme sulle pandemie, che richiedono 75 miliardi di dollari per una risposta adeguata, e dal riscaldamento globale dove l’Ue prende nuovamente l’iniziativa.

All’Arsenale di Venezia, dove si svolgono i lavori del primo summit in presenza dall’inizio della pandemia, partono i lavori veri e propri dei policymaker, dedicati oggi perlopiù alla pandemia e alla dotazione finanziaria per combatterla.

La riforma della tassazione delle multinazionali, dopo il via libera del G20 sulla base di lavoro offerta dall’Ocse, è in calendario domani ma già trapela il via libera dei “deputies” alla bozza di communiqué, sulla base dei due pilastri della redistribuzione degli utili delle imprese fra i Paesi e della tassa minima globale al 15%.

Un via libera di principio, che vede ancora degli “holdout” proprio in Europa con Ungheria, Irlanda ed Estonia, ma che nelle intenzioni dovrebbe portare a un negoziato tecnico per arrivare a un accordo vero e proprio al G20 dei capi di Stato e di Governo e all’entrata in vigore entro il 2023: il ministro delle Finanze tedesco Olaf scholz si dice “fiducioso che troveremo un accordo” e il collega francese Bruno Le Maire auspica che sia “ambizioso”.

Il ministro dell’Economia Daniele Franco e il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco non si sbilanciano sull’accordo che punta a riequilibrare la tassazione dei colossi del web, che del resto è in calendario domani e va ancora validato dai “titolari” del G20 finanze.

L’agenda di oggi era già fitta: al G20 di Venezia si delinea un accento crescente sulla tassazione per il cambiamento climatico, dove la direttrice generale del Fmi chiede un “segnale potente” sui prezzi delle emissioni di Co2: dovrebbero essere a 75 dollari per tonnellata, sono a tre dollari.

Paolo Gentiloni, commissario Ue agli Affari economici, avverte che “per una tassazione ‘green’ è ora o mai più” e conferma la presentazione a Bruxelles, la prossima settimana, di un ambizioso maxi-pacchetto che includerà la revisione della  direttiva Ue sulla tassazione energetica vecchia di vent’anni,  che paradossalmente incentiva i combustibili fossili;  un meccanismo di “adeguamento del carbonio alle frontiere” (carbón border adjustment mechanism) e l’estensione a nuovi settori del sistema del trading di emissioni di Co2.

Agenda con cui l’Ue si presenta al G20, per una volta, da pioniere dopo il Next Generation Ue che dedica il 33% delle sue risorse al green e la Bce che ha appena annunciato una svolta sostenibile. E lo ha a un summit nel quale – spiega Franco – “il cambiamento climatico è al cuore dell’agenda italiana focalizzata su persone, pianeta e prosperità”.

Occorre “agire immediatamente”, gli fa eco la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen elogiando i progressi sui dati e la trasparenza sulle emissioni inquinanti promossi dal Gruppo di lavoro per la finanza sostenibile voluto dalla presidenza italiana G20, e un summit che è “forum per discutere misure dei singoli Paesi e contrastare ricadute negative come le rilocalizzazioni delle emissioni di Co2”.

Sullo sfondo del summit della riapertura c’è la pandemia, con un continuo “metti-togli” di mascherine di ministri, delegati, giornalisti che riflette timori e speranze e una sorta di clima sospeso sulle prospettive future.  Il lavoro del G20 è sfociato in un Panel di esperti di alto livello, fra loro l’ex segretario al Tesoro Usa Larry Summers e la numero uno del Wto  Ngozi Okonjo-Iweala che averte, il Covid è solo “una prova generale” delle pandemia future.

Morale: servirà un aumento dei finanziamenti pubblici internazionali di almeno 75 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni – 15 miliardi l’anno – per colmare le principali lacune nella prevenzione e preparazione alle pandemie, raddoppiando i livelli di spesa attuali.

Ora quelle raccomandazioni – spiega Franco – andranno al vaglio del G20, che preparerà un  documento sulle misure concrete da appoggiare nel  vertice congiunto di ministri delle Finanze e della Salute  a ottobre, giusto prima del vertice dei leader del G20 a Roma.

(di Domenico Conti e Andrea Buoso/ANSA).