Il digitale in Italia varrà 95 miliardi nel 2024

Disegno di economia digitale con simboli di monete: $, euro
Economia digitale

MILANO. – Il mercato digitale ha tenuto sul 2020 chiudendo con un dato migliore delle previsioni a 74,5 miliardi di euro (+0,6%) e già nel 2021 invertirà la rotta spinto dal Pnrr ma e il Governo non dovrà dimenticare di lavorare alla transizione più importante, quella culturale.

Imprese e politica su questo sono allineate e lo hanno puntualizzato durante un evento organizzato da Anitec-Assinform, l’associazione di Confindustria, in occasione della presentazione dello studio “Il Digitale in Italia 2021”.

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è la cornice all’interno della quale dovremo incanalare gli sforzi e  prevediamo che il settore digitale nel 2024 raggiunga quasi i 95 miliardi” dichiara Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform. Il vice presidente di Confindustria, con delega al digitale, Luigi Gubitosi porta subito il focus sui big data, sul cloud e l’intelligenza artificiale prima che il dibattito ricada di nuovo sulla Rete.

“É un tema vecchio, lo stadio 1 e se ne  stiamo ancora parlando  è preoccupante” ora bisogna piuttosto parlare di come portare lì le aziende, accelerando la trasformazione.

In questo i big sono già impegnati. Leonardo si candida a dare un contributo importante. “Stiamo sviluppando il tema della città intelligente, la pa digitale sul fronte sanitario, stiamo lavorando per aumentare efficienza e connessione logística digitale e uso capacità spaziale alla base del greendeal con la geoosservazione – spiega l’ad Alessandro Profumo in audizione alla Camera confermando la collaborazione al Psn (il piano strategico nazionale).

“Siamo intensamente coinvolti, stiamo dialogando su più fronti sia con Tim che con Cdp stiamo valutando come cooperare.  Siamo  assolutamente certi che come Leonardo possiamo dare un  significativo valore aggiunto nella componente di servizio, non lavorare quindi solo sul tema dell’hosting o dell’housing, ma  anche lavorare proprio sul miglioramento dell’insieme dei  servizi che il trasferimento dei dati da data center  tradizionali al cloud puó consentire alle pubbliche  amministrazioni, per migliorare il livello dei servizi ai  cittadini in condizioni di sicurezza”.

“Come Leonardo – aggiunge – non solo ci proponiamo come partner di questa iniziativa ma anche garante della sicurezza”.

“Serve una rivoluzione culturale, è imprescindibile” sottolinea però Massimiliano Capitanio, deputato della Lega e membro della IX Commissione parlamentare trasporti ma non è d’accordo sul fatto che la Rete sia un tema superato: ” il 22 agosto inizierà il primo campionato italiano targato Dazn e il Paese si confronterà per l’ennesima volta con il digital divide.

Non c’è nelle imprese e non c’è nelle scuole. Bisogna togliersi giacca e cravatta e mettersi l’elmetto. Dobbiamo realizzare e accelerare gli investimenti”.

Proprio il calcio “è una cosa che farà fare un salto positivo a tutto il settore perché si porterà una massa di gente che ora segue sulla parabola satellitare e andrà in rete. Io sono molto ottimista su quello che leggeremo sull’indice Desi 2021- replica Gubitosi -. Dobbiamo continuare a far sì che l’accelerazione che ci ha dato la pandemia continui”.

“Nel disegnare il futuro, il settore del digitale ha una grande responsabilità e un ruolo: voi sarete quelli che disegneranno la strategia futura delle filiere industriali del paese” ma nel sottolinearlo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, fissa la priorità sul sociale.

“In Italia abbiamo 4 disuguaglianze, di genere, generazionale, di territorio e competenze. É il momento per rispondere a quelle disuguaglianze, se falliamo in questo di fatto falliamo in tutto”.

(di Sara Bonifazio/ANSA).

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