Europei, Luis Enrique: “Noi i migliori, dura batterci”

Un primo piano di Luis Enrique a bordo campo in giacca e cravatta.
Luis Enrique in una foto d'archivio (ANSA)

ROMA. – Reduce da una qualificazione ai quarti ottenuta ben oltre il 90′, come peraltro occorso alla Svizzera contro la Francia, la Spagna di Luis Enrique spera che quella contro la Croazia sia stata l’ultima sua gara sulle “montagne russe” con rimonte e controrimonte da batticuore.

Ora c’è la Svizzera sorpresa di questo torneo, che “Lucho” conosce bene avendola affrontata in Nations League, lo scorso autunno con vittoria di misura (1-0) a Madrid e pareggio (1-1) min terra elvetica. Chi vince affronterà Italia o Belgio in semifinale.

Intanto il ct spagnolo sembra aver trovato la quadratura del cerchio a livello di formazione, e anche se fa “catenaccio” quando gli chiedono degli uomini che manderà in campo,  pare intenzionato a confermare gli stessi interpreti che, con il contributo dei subentrati, hanno battuto la Croazia. Così la Spagna, domani a San Pietroburgo, dovrebbe schierarsi con Unai Simon confermato fra i pali nonostante la “papera” dell’ultimo match, la difesa a quattro con Azpilicueta, Eric Garcia, Laporte e Jordi Alba,  Koke, Busquets e Pedri nel trio di centrocampo, e in avanti con Ferran Torres e Sarabia ai lati di Morata.

E a proposito di Sarabia: ha chiarito che il saluto militare che fa alla fine di queste partite con la nazionale non ha fini politici, ma è solo un omaggio al padre militare di carriera.

Intanto Luis Enrique parla della partita contro la Svizzera con un misto di arroganza e rispetto per gli avversari. “Non so se siamo favoriti.  Posso dire che abbiamo una nazionale molto forte – sottolinea -, non ne ho viste di migliori della Spagna, e lo mabbiamo dimostrato nelle ultime partite: è difficile batterci e mda qualche partita stiamo giocando bene. Ora vogliamo andaré mavanti”.  “Ormai ogni partita è una finale – dice ancora – e non si può più sbagliare: se lo fai, torni a casa”. Ma finora ha visto nazionali migliori della sua? “No”, è la risposta secca a una domanda fatta ad arte per fargli ribadire un concetto.

Poi però i toni si fanno più prudenti. “Negli ottavi è passata la Svizzera –  il commento di Luis Enrique -, e la cosa buona, o la disgrazia, è che ci conosciamo bene, quindi sarà una partita molto complicata. Loro forse non hanno grandi nomi, ma come mgruppo sono una delle migliori squadre di questo torneo, per come pressano e attaccano. E poi c’è Petkovic, un grande allenatore”. Sulla doppia sfida in Nations League, poco da dire: “Penso che complessivamente siamo stati superiori noi, ma ora è tempo di vivere nuove emozioni”.

Assieme al ct, c’è Aymeric Laporte, il difensore che ha preferito la Spagna alla Francia, al quale chiedono come mai la “Roja” incassa così tanti gol. “In ogni partita puoi migliorare qualcosa – risponde – però non credo abbiamo fatto così male anche se abbiamo preso dei gol. In ogni caso, bisogna fare autocritica se vuoi migliorare”. “Però faccio anche notare – aggiunge con un pizzico di malizia – che se anche anche incassi dei gol ma poi ne segni cinque alla fine sei tu che passi il turno. E mi sembra che con la Croazia si andata proprio così”.

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