I Transgender vincono la battaglia sui bagni in Usa

L'adolescente trangender Gavin Grimm durante la Gala della rivista Time in New York,. Archivio
L'adolescente trangender Gavin Grimm durante la Gala della rivista Time in New York,. Archivio. EPA/JUSTIN LANE

 

NEW YORK.  – Importante vittoria per la comunità Lgbtq. La Corte Suprema americana ha deciso di non ascoltare il ricorso di una scuola della Virginia contraria al fatto che un suo studente transgender utilizzasse il bagno di sua scelta, ovvero quello corrispondente alla sua identità di genere.

Una decisione importante che segue il via libera alle nozze gay nel 2015 e il divieto per le aziende, stabilito lo scorso anno, di discriminare sulla base dell’identità di genere. E una decisione che arriva mentre la “battaglia” contro i transgender divampa in America, con gli stati repubblicani che impongono divieti e limitano le cure.

Il caso finito alla Corte Suprema è quello di Gavin Grimm, studente che nel 2014 si è visto negare dal suo liceo la possibilità di usare il bagno dei maschi. Nato femmina, Grimm si è dichiarato transgender al primo anno di liceo. Inizialmente la sua scuola nella contea di Glouchester, in Virginia, gli aveva dato la possibilità di usare i bagni dei maschi. Ma dopo alcune settimane le autorità scolastiche sono tornate sui loro passi e hanno stabilito che Grimm doveva utilizzare il bagno del suo sesso di nascita per “offrire un ambiente di apprendimento sicuro per tutti gli studenti e per tutelare la privacy di tutti”.

La spiegazione del liceo aveva  spinto il ragazzo e la sua famiglia a intraprendere le strade legali per farsi valere anche alla luce dei problemi creati dalla decisione al ragazzo. Nella causa contro la scuola, Grimm spiegava infatti di essersi ammalato a causa dello “stress ingestibile” che aveva portato al suo ricovero in ospedale in seguito a pensieri suicidi.

“Sono contento che la mia battaglia durata anni per farmi accettare dalla scuola per quello che sono sia finita. Essere costretto a usare un bagno privato o il bagno delle femmine è stato umiliante per me”, ha detto Grimm in una nota diffusa dall’American Civil Liberties Union. Lo scorso anno la corte d’appello del quarto circuito gli aveva dato ragione sulla scelta del bagno in cui si riconosceva, rimandando alla decisione della Corte Suprema relativa alla legge contro la discriminazione sul posto del lavoro. Una norma che tutela – avevano determinato i saggi americani – anche i gay e i transgender e che, secondo la corte d’appello, deve essere applicata anche nel caso della Virginia.

La Corte Suprema chiude ora definitivamente la vicenda. Dal 2014 Grimm ne ha fatta di strada e ha riportato le sue vittorie: ha cambiato legalmente il suo sesso e ha anche ottenuto un nuovo certificato di nascita che lo indica come maschio.

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