Il Consiglio Ue approva la nuova Pac, ok da Italia

Un agricoltore sul trattore
Un agricoltore sul trattore

BRUXELLES.  –  L’accordo tra istituzioni Ue sulla riforma della Politica agricola comune (Pac) 2023-27 supera di slancio il primo scoglio, ottenendo il via libera dei ministri riuniti in Lussemburgo. Soddisfatto il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli per quella che la ministra portoghese Maria do Céu Antunes, presidente di turno del Consiglio agricoltura, ha definito “la più grande riforma dagli anni ’90”. A cui si è arrivati, ha sottolineato la portoghese, grazie anche al ruolo svolto dalle  tre ministre  che hanno gestito il dossier.

La principale novità della riforma è la programmazione nazionale, con piani per ogni Paese su come spendere le risorse per gli aiuti agli agricoltori e lo sviluppo rurale secondo gli obiettivi comuni Ue su economia, ambiente e società. I piani includeranno dei meccanismi per rendere più equa la distribuzione dei sussidi e misure per l’agricoltura sostenibile con flessibilità molto ampia. Aspetto inedito è l’introduzione del principio di condizionalità sociale, obbligatoria dal 2025, che vincola l’erogazione degli aiuti al rispetto della mlegislazione europea sul lavoro.

Ottenuto il via libera dei ministri la Commissione potrà ora miniziare a lavorare sulla legislazione secondaria, mentre gli mStati membri prepareranno i piani nazionali strategici che vanno consegnati a Bruxelles, discussi e approvati entro 18 mesi. Sostengo decisamente il compromesso raggiunto”, ha detto Patuanelli. Sulla stessa linea Germania, Francia, Spagna. Altri ministri hanno cercato chiarimenti e rassicurazioni. L’intervento finale del commissario Janusz Wojciechowski ha sciolto gli ultimi dubbi.

“Siamo di fronte a una riforma completa della politica agrícola comune – ha aggiunto Patuanelli – ora spetta agli Stati membri e ai produttori agricoli trarne beneficio”. Il piano strategico italiano, ha ricordato, dovrà “essere incentrato sulla semplicità” e “non incrementare la burocrazia”. Per il nostro paese sono interessanti disposizioni come l’estensione della programmazione produttiva a tutte Dop e Igp, vini inclusi, e la possibilità di dedicare – per attenuare l’impatto dei cambiamenti climatici – fino al 3% del totale degli aiuti diretti al sostegno a polizze assicurative e fondi mutualistici per agricoltori.

L’Italia, insieme alla Francia e alla Spagna, ha anche invitato la Commissione europea a presentare già entro il 2021, e non nel 2022 come previsto dall’accordo sulla riforma, un rapporto sui livelli massimi di residui di pesticidi nei prodotti importati affinchè si applichino gli stessi standard di quelli prodotti in Ue.

Per mettere d’accordo i singoli paesi che dovranno gestire onori e oneri della programmazione – e quindi particularmente concentrati sulla difesa delle questioni nazionali – il grosso del lavoro è toccato a Marija Vučković, Julia Kloeckner e Maria do Céu Antunes. Tre ministre, rispettivamente di Croazia, Germania e Portogallo, che si sono avvicendate alla guida del Consiglio agricoltura negli ultimi 18 mesi.

Ecco perché do Céu Antunes ha voluto dedicare “questo risultato a tutte le donne, in particolare quelle impegnate in agricoltura”. Circostanza sottolineata anche da diversi colleghi, come lo spagnolo Luis Planas, che ha parlato di “esempio di efficace leadership al femminile”. “Questa leadership c’è sempre stata – ha risposto la ministra dei Paesi Bassi Carola Schouten – ma non sempre le è stato dato il giusto riconoscimento da parte di tutti”.

(di Angelo di Mambro/ANSA).