ROMA. – Ad una settimana dal voto di sfiducia in Parlamento che ha aperto una crisi politica senza precedenti in Svezia, il premier Stefan Lofven si è dimesso. Ex saldatore ed ex leader sindacale, il 63enne socialdemocratico con la faccia da pugile ha fatto un passo indietro invece di indire lezioni anticipate perché in questo momento “non è l’opzione migliore per la Svezia”.
Adesso toccherà al presidente del Parlamento, Andreas Norlen, evitare il voto aprendo le trattative con tutti i partiti per trovare un nuovo primo ministro. L’ultima volta, il processo è durato quattro mesi. Un tempo che il Paese, con la pandemia di Covid-19 ancora da gestire, non può permettersi.
Il governo guidato da Lofven è stato traballante sin dalla sua nascita, dopo le elezioni 2018 che hanno fortemente ridimensionato il partito socialdemocratico. Allora il problema principale era tenere fuori il partito di estrema destra Democratici Svedesi e la soluzione trovata da Lofven fu un accordo con i partiti di centrodestra che gli diede la possibilità di formare un governo con i Verdi e il sostegno esterno del Partito di Sinistra.
Una coalizione fragile che alla fine è caduta su un controverso piano per la liberalizzazione degli affitti che, se approvato, metterebbe in discussione uno dei pilastri del welfare svedese. Alla fine in aula Lofven è stato affossato da 181 deputati su 349, primo premier nella storia della Svezia.
Il futuro del Paese è ora nelle mani dello speaker del Parlamento. Se Norlen dovesse fallire nel compito di trovare un premier, gli svedesi andranno ad elezioni anticipate per la prima volta dal 1958. E torneranno alle urne meno di un anno dopo, nel settembre 2022, come previsto dal calendario della mlegislatura. Secondo gli analisti le elezioni avvantaggerebbero soprattutto l’estrema destra.
Isolati in passato e ora terza forza del parlamento, i Democratici Svedesi sono corteggiati dai conservatori che avrebbero bisogno del loro sostegno per formare mun eventuale governo. Anche i nazionalisti d’altronde hanno abbandonato alcune delle posizioni più radicali, come l’uscita dall’Ue, e cacciato i componenti più estremisti. Stando ad un sondaggio Ipsos di qualche giorno fa, i vincitori delle elezioni sarebbero proprio le destre ma con una maggioranza parlamentare molto ristretta.
Se dovesse andare così, un governo conservatore con l’appoggio dei nazionalisti segnerebbe l’inizio di una nuova era nella politica svedese.
(di Benedetta Guerrera/ANSA).