Colombia, elicottero presidente Duque colpito da proiettili

Particolare dell'elicottero in cui viaggiava il presidente colombiano Ivan Duque colpito da proiettili.
Particolare dell'elicottero in cui viaggiava il presidente colombiano Ivan Duque colpito da proiettili. EPA/Cesar Carrion / Presidency of Colombia

BUENOS AIRES. – L’ombra del terrorismo è calata sulla Colombia per un incidente che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia quando sconosciuti hanno sparato contro l’elicottero del presidente Iván Duque che si accingeva ad atterrare a Cúcuta, nel nord del Paese. A bordo del velivolo, un Sikorsky (Lockheed Martin) BlackHawk UH-60L, oltre al capo dello Stato viaggiavano i ministri della Difesa e degli Interni, Diego Molano e Daniel Palacios, ed il governatore del Norte de Santander, Silvano Serrano.

In un video Duque ha spiegato l’accaduto, confermando che passeggeri ed equipaggio non hanno riportato danni, perché “sia il dispositivo aereo che ci accompagnava, sia la tenuta del velivolo, hanno impedito che accadesse qualcosa di tragico”. Una volta a terra, una squadra dell’antiterrorismo ha verificato l’impatto di sei proiettili sulla carlinga che, fortunatamente, non hanno colpito parti vitali dell’elicottero.

Da parte sua il direttore della polizia, generale Jorge Vargas, ha dichiarato che gli investigatori hanno localizzato il luogo da cui sono stati sparati i colpi. Si tratta del quartiere La Conquista di Cúcuta, dove, ha detto, “sono state trovate prove che vengono analizzate dagli esperti”. Di rilievo, ha anticipato, “la scoperta di tracce di munizioni utilizzate per i fucili FAL, in dotazione alle forze armate venezuelane e di AK-47”.

In una conferenza stampa oggi, il ministro della Difesa ha annunciato che “il governo è disposto a pagare fino a 3.000 milioni di pesos (circa 667.000 euro) a chiunque dia informazioni atte a catturare i responsabili dell’attacco di ieri”. Comunque, ha ancora detto Duque, “questo tipo di gesti non mi intimoriscono” e “non sospenderò neppure per un giorno la lotta contro le bande criminali, il narcotraffico e il terrorismo”.

Unanime la condanna a livello nazionale e internazionale per l’accaduto con prese di posizione della Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh), dell’ambasciata degli Stati Uniti a Bogotà e dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu.

Unica voce dissonante quella del senatore di sinistra e leader del movimento Colombia Humana, Gustavo Bolívar, che ha twittato: “Se non è stato un #autoatentado, condanniamo energicamente qualsiasi tentativo di mettere fine alla vita del presidente Duque”. “Dell”uribismo’ (con riferimento all’ex presidente Alvaro Uribe a cui Duque si ispira, ndr.) – ha concluso – ci incaricheremo democraticamente nelle urne il 29 di maggio”, 2022, data delle elezioni presidenziali.

(di Maurizio Salvi/ANSA)