Biden nomina un’inviata speciale per i diritti gay

Nella foto d'archivio la bandiera multicolore in un Roma Gay Pride
Nella foto d'archivio la bandiera multicolore in un Roma Gay Pride. ANSA/ GIORGIO ONORATI

NEW YORK. – Il presidente americano Joe Biden celebra il “Pride month” nominando l’attivista Jessica Stern come inviata speciale per promuovere i diritti umani delle persone Lgbtqi+ in tutto il mondo.

“L’inviata speciale – spiega la Casa Bianca – svolgerà un ruolo fondamentale nel guidare l’attuazione del memorándum presidenziale sulla promozione dei diritti umani delle persone Lgbtqi+ nel mondo in un momento in cui sono sempre più minacciati in tutte le regioni del pianeta”. Stern, precisa ancora Pennsylvania Avenue, “riunirà governi, società civile e organizzazioni internazionali che la pensano allo stesso modo per sostenere dignità e uguaglianza per tutti”.

La posizione di inviato speciale è stata creata al dipartimento di Stato nel 2015, durante l’amministrazione di Barack Obama, ma è vacante da quando il predecessore di Stern, Randy Berry, ha lasciato l’incarico nel 2017, e l’allora presidente Donald Trump ha scelto di non sostituirlo.

Nell’ambito delle celebrazioni del “Pride Month”, Biden inoltre designa la discoteca Pulse di Orlando, teatro della sparatoria di massa nel 2016, come monumento nazionale. Con il progetto da 45 milioni di dollari l’obiettivo è costruire un memoriale permanente in onore delle 49 persone uccise da un uomo armato con un fucile d’assalto AR-15. Nel piano è prevista una piscina riflettente, un museo all’aperto e un centro educativo con giardini e una piazza pubblica.

Molti sostenitori considerano Biden il presidente Usa più vicino alla comunità Lgbtqi+. Da quando è entrato in carica a gennaio ha adottato diverse misure per proteggere i diritti delle persone gay e transgender: nel suo primo giorno nello Studio Ovale ha firmato un ordine esecutivo con cui ha ordinato alle agenzie federali di assicurarsi che gli statuti sulla discriminazione sessuale impediscano anche la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Quindi ha revocato il divieto dell’amministrazione Trump alle persone apertamente transgender di prestare servizio militare.

(di Valeria Robecco/ANSA).

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