Ddl Zan, Parolin abbassa i toni: “Ha ragione Draghi, lo Stato è laico”

Il cardinale Pietro Parolin con il Presidente del Consiglio Mario Draghi.
Il cardinale Pietro Parolin con il Presidente del Consiglio Mario Draghi. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Il tavolo dove potersi confrontare è stato convocato, ma le posizioni restano distanti. Le critiche del Vaticano al Ddl Zan contro l’omofobia hanno rimarcato le divisioni fra i partiti di governo. La norma è già stata approvata alla Camera a novembre, quando la maggioranza era un’altra, quella giallorossa. A luglio arriverà in Aula al Senato.

“Se c’è la volontà di dialogo, noi ci stiamo a migliorare il testo. Se invece ognuno si chiude nel proprio recinto, la legge non si approva”, ha detto Matteo Salvini. Il Pd ha frenato: “L’offerta della Lega non è credibile”. Per il segretario Enrico Letta “la cosa migliore è andare in Parlamento e ognuno dirà la sua. La nostra è di approvarlo così com’è”, senza modifiche, come chiede il centrodestra.

Mentre la politica si azzuffa, dal Vaticano è arrivata la precisazione: “Non è stato in alcun modo chiesto di bloccare la legge”, ha chiarito il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin. “Concordo pienamente con il Presidente Draghi sulla laicità dello Stato e sulla sovranità del Parlamento italiano”, ha aggiunto citando l’intervento del premier in Senato.

Il tavolo di confronto fra i capigruppo di maggioranza è in programma mercoledì prossimo. Lo ha convocato il presidente della commissione Giustizia a Palazzo Madama, il senatore leghista Andrea Ostellari, per discutere “nel merito del testo e insieme trovare la soluzione migliore”. Il clima non sarà da rimpatriata.

“L’ipotesi di arrivare a un testo condiviso diverso da quello che ha avuto il via libera della Camera è altamente improbabile”, hanno fatto sapere dal Nazareno. Anche se il vicecapogruppo dem al Senato, Franco Mirabelli, ha lasciato aperta la porta: “Fissata l’Aula e scongiurato il pericolo di un ostruzionismo infinito siamo pronti a confrontarci nel merito per allargare il consenso sul ddl Zan senza stravolgerlo”.

In questo scenario, i “giallorossi” potrebbero “invitare” il centrodestra a fare la prima mossa, a presentare le proposte di modifica, per poi valutarne l’impatto sul testo già approvato alla Camera. In ogni caso, Pd, M5S, Leu, Iv mirano a definire quanto prima quando il provvedimento arriverà in Aula a Palazzo Madama.

Prima di tutto per porre fine a quello che definiscono “ostruzionismo” e poi per scongiurare il rischio che si sconfini nel semestre bianco, quando le fibrillazioni fra i partiti saliranno e sarà ancora più difficile trovare terreni di dialogo su temi “caldi” come quelli etici.

Visto che i capigruppo non hanno trovato un accordo, il 6 luglio sarà direttamente l’Assemblea a decidere quando avvierà la seconda lettura del Ddl Zan: probabilmente la data sarà quella del 13 luglio. A quel punto, entrerà in gioco il pallottoliere, che in caso di “temi di coscienza” è sempre ballerino. “Con i voti di Iv la maggioranza c’è”, dicono dal Nazareno, quasi fosse un monito ai renziani. Anche se il loro leader ha lanciato messaggi di rassicurazione: “Italia Viva ha già votato alla Camera e voterà in Senato”.

Dal centrodestra piovono critiche alla posizione del Pd. Per il senatore azzurro Maurizio Gasparri “nega il confronto, abolendo il Senato”. Ancora più dura l’opposizione: “Il disegno di legge Zan va accantonato”, ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Luca Ciriani.

I dubbi del Vaticano sulla legge, ha spiegato il cardinale Parolin, riguardano “i problemi interpretativi che potrebbero derivare nel caso fosse adottato un testo con contenuti vaghi e incerti, che finirebbe per spostare al momento giudiziario la definizione di ciò che è reato e ciò che non lo è”, visto che “il concetto di discriminazione resta di contenuto troppo vago. In assenza di una specificazione adeguata corre il rischio di mettere insieme le condotte più diverse e rendere pertanto punibile ogni possibile distinzione tra uomo e donna, con delle conseguenze che possono rivelarsi paradossali”.

Lascia un commento