Letta ‘blinda’ Draghi: “Al governo fino al 2023”

Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, intervistato dal direttore dellíANSA, Luigi Contu durante un ANSA Forum
Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, intervistato dal direttore dellíANSA, Luigi Contu durante un ANSA Forum, Roma 23 giugno 2021. ANSA/FABIO FRUSTACI

ROMA. – La crisi post pandemia e l’impegno per realizzare riforme necessarie a investire i fondi del Recovery richiedono stabilità quindi, “nell’interesse del Paese”, è bene che questo governo arrivi alla fine della legislatura: “Mario Draghi è un elemento di fiducia importante”. In un forum con l’ANSA, il segretario del Pd Enrico Letta ribadisce il sostegno al presidente del consiglio, cercando di blindarlo fino al 2023.

La maggioranza che sostiene l’Esecutivo è tutto tranne che monolitica, ma il leader dem confida nella possibilità di trovare una sintesi su Giustizia e Fisco. Anche se risponde no alla proposta di Matteo Salvini di creare un luogo di confronto tra i leader di partito per le riforme: “Non rifiuto mai il confronto ma non ho nostalgia dei caminetti”. C’è poi il nodo Ddl Zan.

Anche alla luce della presa di posizione del Vaticano, “affronteremo il dibattito al Senato come alla Camera – spiega Letta – determinati ma ovviamente aperti al confronto. Ma non cambio idea”, la norma “non limita la libertà di espressione”.

L’auspicio di un Draghi premier fino al 2023 si riflette sulla partita per il Colle. Ma, secondo Letta, per affrontarla c’è ancora tempo. “Le cose da fare per gli italiani sono talmente tante – dice – che la questione dell’elezione del Presidente della Repubblica è bene aprirla il giorno dopo Natale, non prima”.

Ora c’è da guardare al via libera dell’Ue al Pnrr, che è “una grande occasione per il nostro Paese – spiega il segretario del Pd – Draghi sta guidando il governo in modo determinato ed equilibrato, ci sentiamo a casa”.

Il calendario ha date ravvicinate segnate in rosso. Entro la fine del mese il Parlamento deve presentare un progetto di riforma del fisco. Le proposte del Pd puntano su “riduzione fiscale per i redditi medio-bassi – elenca Letta – un aiuto alla crescita delle imprese e premi per la fedeltà fiscale”. E poi la dote ai diciottenni da finanziare con una tassa sulle eredità milionarie, che tante critiche ha sollevato specie nel centrodestra, anche di governo: “Su quella, non ho cambiato idea”, ribadisce Letta.

Altra scadenza a breve, quella per la decisione sul blocco dei licenziamenti. Letta punta a un intervento “selettivo”, che tuteli i settori in crisi e il tessile. E poi c’è la giustizia: “Abbiamo un’occasione unica, data da Draghi e Cartabia. Sulla riforma invito ad andare avanti molto rapidamente, è una grandissima priorità”.

Il disegno di Letta, che nei prossimi giorni deciderà se candidarsi alle suppletive a Siena, si basa per il Pd su “due missioni: una è innovare e rafforzare il profilo moderno del partito. Lanceremo nei prossimi giorni le agorà, attraverso una piattaforma digitale innovativa: per sei mesi faremo un esercizio di democrazia partecipativa che cambierà il volto del Pd. L’altra missione è poi essere perno del centrosinistra”.

E qua entra in gioco il rapporto con il M5s e con Giuseppe Conte se e quando prenderà le redini del Movimento. “Non vedo M5s come un fattore di instabilità per il governo – dice Letta – Guardo con attenzione a quello che succede al loro interno, auspico che trovino le migliori soluzioni, ma non entro nel dibattito interno, ognuno ha i suoi”. Intanto le amministrative saranno un test anche per l’alleanza Pd-M5s: oltre alle città, il leader dem punta molto sulla Calabria: “Andrò i primi giorni di luglio. Cerchermo di vedere qual è la modalità migliore per cambiare pagina”.

(di Giampaolo Grassi/ANSA)

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