Governo, sprint riforme: subito giustizia, appalti, concessioni

Marta Cartabia, la ministro della Giustizia..
Marta Cartabia, la ministro della Giustizia..ANSA/LIVIO ANTICOLI/POOL 

ROMA. – Giustizia e appalti. E poi nuove norme anticorruzione, la legge annuale sulla concorrenza e, se si troverà l’intesa nella larga maggioranza, anche la tanto attesa riforma del fisco. E’ fitto il cronoprogramma per il prossimo mese che il governo ha concordato con la Ue per fare decisi passi avanti su alcuni nodi “cruciali” e garantire davvero la messa a terra dei 190 progetti, 132 linee di investimento e 48 riforme del Recovery Plan, di cui le più sensibili dovranno vedere la luce, appunto, già tra queste settimane di fine giugno e il mese di luglio, prima della pausa estiva.

“L’idea è procedere alla massima velocità” assicura il premier Mario Draghi, elencando “i primi blocchi” di riforme che attendono il governo: entro giugno la delega su appalti e concessioni, a luglio la legge annuale sulla concorrenza (che Bruxelles si aspetta operativa da fine 2022).

E a stretto giro la riforma della giustizia, uno dei primi veri banchi di prova tra gli alleati su cui ancora si registrano posizioni lontane almeno tanto quanto sulla riforma dell’Irpef. La nuova cornice servirà a semplificare e rendere più favorevoli le regole per lo sviluppo delle attività economiche, in primis la realizzazione delle opere previste dal Piano di ripresa e resilienza che mira a “cambiare” il volto del Paese: tra 5 anni l’ambizione è quella di completare i collegamenti dell’alta velocità, in particolare con il Sud, e di avere tutta l’Italia connessa grazie al piano per la fibra e il 5G.

Ma accanto alle grandi infrastrutture ci sono decine di piccoli interventi che toccheranno tutte le aree del Paese, dalle piste ciclabili che aumenteranno di 1.200 km al recupero di 110 giardini e parchi storici, dal cablaggio di altre 9mila scuole e degli ospedali al rilancio di 250 borghi.

In attesa dei bandi per assegnare gli appalti e selezionare le aree di intervento, il piatto forte saranno però le riforme: già al prossimo Cdm potrebbero essere esaminati gli emendamenti del governo sulla giustizia, per concordare una linea comune tra i partiti che sostengono l’esecutivo.

Il nuovo processo penale, così come quello civile, rischia infatti di non approdare in Aula, come programmato, lunedì prossimo ma di slittare alla metà di luglio. Sul tavolo, soprattutto, il nodo prescrizione che divide gli alleati. Ma anche sulla terza gamba della riforma, quella del Csm e dell’ordinamento giudiziario, ancora non si è trovato un punto di caduta sulla responsabilità civile dei magistrati.

E rischia di trovare resistenze anche la delega sugli appalti e sulle concessioni, cui sta lavorando il Mims, visto il proposito esplicitato nel Pnrr di vietare, con la riforma, “clausole di proroga e di rinnovo automatico nei contratti di concessione”.

Un po’ più di tempo, secondo le scadenze indicate nel piano, ci sarà per mettere a punto la legge sulla concorrenza che la Ue si aspetta produca un taglio dei tempi “per la creazione di imprese” e procedure semplificate per i “contratti per i servizi pubblici locali”, come ha sottolineato la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen.

(di Silvia Gasparetto/ANSA)