Per gli italiani la sanità del futuro è digitale

Sanità digitale.
Sanità digitale. (Eunews)

ROMA. – L’Italia invecchia e si ammala di più e gli italiani chiedono di puntare sul digitale per affrontare questa nuova sfida. Nel 2040 ci saranno oltre 19 milioni di anziani e 28 milioni di cronici, con incrementi rispettivamente del 38,5% (+5,4 milioni di over-65) e del 12% (+3 milioni di cronici).

Per la sanità del futuro la grande maggioranza degli italiani (l’86,5%) vuole poter prenotare prestazioni sanitarie direttamente da smartphone, pc e laptop, l’86,6% vuole avere accesso alla cartella sanitaria ovunque e in modo semplice. Il 52% degli italiani si attende di vedere più efficienza, il 33,2% più umanità, il 33% più responsabilizzazione dei cittadini, il 30,8% più collaborazione tra i diversi soggetti della sanità, il 26% più equità. Oltre il 91% degli italiani approva l’uso della telemedicina purché resti centrale il rapporto diretto medico-paziente.

E’ quanto emerge dallo studio “I cantieri per la sanità del futuro”, realizzato da Censis e Janssen Italia e presentato a Roma. Per il ministro della Salute, Roberto Speranza, “è il tempo di un grande patto-Paese sulla salute”. “Vorrei che il termine essenziale della sanità del futuro sia la parola ‘prossimità’ del Servizio sanitario nazionale – ha detto – Non può essere l’individuo a seguire il Ssn ma l’inverso. La casa deve essere il primo luogo di cura”.

Per Speranza l’Italia è “uno dei primi Paesi del mondo per anzianità di popolazione”, ma che “fino a pochi mesi fa” aveva “una capacità del sistema di assistenza domiciliare sopra i 65 anni del 4%, con la media Ocse del 6%”. “È ora di far diventare diventare l’Italia il primo Paese in Europa: Germania e Svezia sono al 9%, io vorrei arrivare al 10%”, ha aggiunto.

Il ministro ha poi citato il Pontefice: “rimbombano le parole che disse Papa Francesco a piazza San Pietro, ‘il peggio di questa crisi è solo il dramma di sprecarla’ – ha sottolineato – bisogna tenere presente sempre quella frase. E’ necessario non sprecare la crisi: ora ci sono le condizioni per una nuova consapevolezza: ricominciare a investire sul Sistema sanitario nazionale con nuova forza”.

Del totale assegnato alla Missione salute dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), circa 10 miliardi saranno dedicati alla prossimità, al digitale e alle relative competenze. Per la sanità digitale, le esperienze realizzate finora in maniera indipendente dai vari territori hanno dato vita a una moltiplicazione di piattaforme e progetti, con il risultato che l’Italia vanta una babele di software, device, tecnologie.

Del digitale, secondo lo studio Censis-Janssen Italia, è “emersa la fragilità e, ad oggi, l’incapacità di informare di sé la sanità perché in troppi casi si è constatata l’insufficiente digitalizzazione o l’altrettanto pericolosa digitalizzazione dell’analogico che finisce per generare più danni che benefici”.

Per Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, la transizione demografica, “ci obbliga a ripensare l’offerta sanitaria. Va compiuta una rivoluzione copernicana: va messo al centro il cittadino-paziente, non le strutture”.

(di Giampiero Valenza/ANSA)