NEW YORK. – Proprio mentre il Canada celebrava la Giornata nazionale dei popoli indigeni, due chiese cattoliche sono state date alle fiamme in una riserva di nativi nella British Columbia. La chiesa del Sacro Cuore e quella di San Gregorio, andate in fiamme circa alla stessa ora, si trovano a un centinaio di km da Kamloops, dove a maggio sono stati rinvenuti i resti di 215 bambini vicino a una delle scuole fondate a fine Ottocento dal governo canadese e gestite dalla Chiesa cattolica.
Secondo la polizia gli incidenti sono “sospetti” e per questo ha aperto un’indagine. Un’agente, hanno spiegato le forze dell’ordine, ha notato l’incendio al Sacro Cuore intorno all’1 ora locale, e quando è arrivato sul posto l’edifico era già stato raso al suolo dalle fiamme. Due ore dopo la polizia ha ricevuto la segnalazione che anche la chiesa di San Gregorio stava bruciando.
“Crediamo, osservando la scena e l’ambiente circostante, che sia stato utilizzato un accelerante liquido”, ha affermato Bob Graham, capo dei vigili del fuoco della zona, sottolineando come “le prime indicazioni suggeriscono che l’incendio sia doloso”.
La polizia nazionale canadese (Royal Canadian Mounted Police) ha assicurato che farà tutto il possibile per chiarire se sia trattato di un crimine: “Siamo sensibili agli eventi recenti, ma non dobbiamo speculare sulle cause”, ha detto il portavoce Jason Bayda riferendosi al dramma delle scuole residenziali che ha scioccato il Canada e riaperto vecchie ferite.
Alla fine di maggio, infatti, è venuta alla luce in tutta la sua crudeltà la tragica verità che i membri della minoranza etnica “Tkemlups te Secwepemc” temevano: i resti di 215 bambini sono stati trovati vicino a quella che un tempo era la Kamloops Indian Residential School, uno dei più grandi istituti della rete di convitti obbligatori gestiti da Ottawa e dalle autorità religiose (aperto nel 1890, rimase sotto il controllo della Chiesa cattolica sino al 1969, quando lo prese in carico il governo federale trasformandolo in residenza per studenti fino alla chiusura, nel 1978).
Tra i nativi della British Columbia meridionale circolavano da decenni sospetti sul sistema di scuole che ha visto strappare oltre 150 mila bambini indigeni alle loro famiglie per rieducarli alla “cultura dominante”.
Il tema è arrivato anche al Consiglio dei diritti umani dell’Onu nel corso di un duro scontro tra Canada e Cina. Ottawa ha denunciato (a nome di circa 40 Paesi, tra cui Usa e Francia) la situazione dei diritti umani nella regione dello Xinjiang e a Hong Kong, mentre Pechino ha risposto chiedendo un’indagine sulle violazioni a danno dei nativi canadesi dopo la scoperta dei resti a Kamloops. (di
(Valeria Robecco/ANSA).