Pnrr, soddisfazione Ue: “Ora l’Italia correggerà gli squilibri”

La conferenza stampa congiunta del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen negli Studi di Cinecittà in occasione dell'approvazione del Pnrr.
La conferenza stampa congiunta dell'allora Presidente del Consiglio, Mario Draghi, con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen negli Studi di Cinecittà in occasione dell'approvazione del Pnrr. (Ufficio Stampa Presidenza del Consiglio)

BRUXELLES. – Con il via libera al più consistente piano di rilancio dell’Unione europea, l’Italia si avvia a colmare decenni di divario su crescita e produttività, e la Commissione a chiudere anni di richiami su riforme strutturali e investimenti.

Il Pnrr soddisfa Bruxelles su tutti gli aspetti, e soprattutto nella parte che attua le raccomandazioni 2019-2020: l’Italia finalmente riformerà la giustizia per avere processi più rapidi, varerà annualmente una legge sulla concorrenza e renderà più efficiente la pubblica amministrazione. Con effetti evidenti sul Pil, sulla produttività e sul debito che, anche se quest’anno crescerà ancora, è destinato a calare sotto la spinta del Pnrr che darà vita a 240mila nuovi posti di lavoro.

Quello che ha colpito favorevolmente i tecnici europei è soprattutto il calendario degli interventi che prevede la maggior parte delle scadenze nel primo anno. L’intenzione è rimuovere gli ostacoli al più presto per migliorare il clima per gli investimenti e le imprese.

Vengono quindi giudicate “ambiziose” le misure per modernizzare e riformare la giustizia civile e penale, previste entro il 2021. Dalla digitalizzazione dei Tribunali alla formazione dello staff, tutto è pensato per snellire il lavoro organizzativo nel breve termine, riducendo l’arretrato, per dare modo alle riforme del medio periodo di generare risultati più rapidi.

Stesso discorso per la riforma del codice degli appalti, sempre in arrivo quest’anno. Ridurrà, tra le altre cose, i tempi tra la pubblicazione del contratto e la sua assegnazione, e razionalizzerà le amministrazioni aggiudicatrici per semplificare le procedure ma salvaguardando i controlli anti-frodi.

Sempre nell’ottica di migliorare l’ambiente per gli investimenti, la Commissione ha apprezzato l’impegno del governo sulla legge annuale per la concorrenza. Rientrerà nei target da rispettare per ottenere i fondi (a differenza della riforma fiscale o di quella delle pensioni, che sono fuori), quindi da oggi non potrà esserci più nessun rinvio sull’apertura dei servizi pubblici locali alla concorrenza.

Per la Ue è un intervento fondamentale anche per ridurre i tempi per aprire un’attività. Anche il capitolo delle riforme che guardano alla sostenibilità dei conti pubblici, con la riforma della riscossione, del Patto di stabilità interno e un nuovo quadro di spending review, rassicura Bruxelles a tal punto che considera le raccomandazioni 2019-2020 praticamente del tutto affrontate. E mette nero su bianco che il Pnrr “contribuisce a correggere gli squilibri, incluso l’alto debito e la debole produttività”.

Si tratta di una svolta epocale per l’Italia, da sempre soggetta ai richiami della Ue, e che rischiò addirittura una procedura sanzionatoria per i suoi squilibri macroeconomici. La Commissione è ora convinta che il Pnrr riuscirà ad aggredirli. Con il Pil che salirà tra l’1,5% e il 2,5% entro il 2026, e oltre 240mila nuovi posti di lavoro in arrivo, il piano “ha il potenziale di portare cambiamenti duraturi e quindi di avere un impatto a lungo termine sulla società e l’economia italiane”.

(di Chiara De Felice/ANSA)