Aggredito dal branco nel Napoletano, giovane denuncia: “Aggredito perché gay”

Nella foto d'archivio la bandiera multicolore in un Roma Gay Pride
Nella foto d'archivio la bandiera multicolore in un Roma Gay Pride. ANSA/ GIORGIO ONORATI

TORRE ANNUNZIATA (NAPOLI). – Il branco l’ha preso di mira. Sette ragazzi, tutti giovani l’hanno bloccato in auto, aggredendolo e arrivando a spegnere due cicche di sigarette sul braccio mentre altri l’avevano immobilizzato. Tutto perché è gay. È la denuncia della vittima, 34 anni, di una storia di degrado e vessazioni che arriva dalla zona periferica di Torre Annunziata (Napoli), nel quartiere Penniniello più volte al centro di fatti di cronaca legati allo spaccio di droga e alla lotta tra clan per il predominio degli affari illeciti.

Qui, in via Settetermini, il ragazzo si era fermato con un’amica per fare quattro chiacchiere. Erano le 23, stando al racconto del giovane ad alcuni giornalisti prima ancora che alle forze dell’ordine, alle quali pure si era rivolto, prima di essere frenato dalla paura di dover riconoscere i propri aguzzini: ”Non sono reticente, ma ho paura. Paura che mi possa accadere di peggio” ha confessato a chi ha raccolto la sua testimonianza.

Quando il branco ha accerchiato la macchina e ha fatto scendere di forza la ragazza (riuscita a fuggire), l’attenzione si è rivolta sul trentaquattrenne. Gli echi della violenza sono giunti ai referenti delle associazioni Arcobaleno della città vesuviana.

Pride Vesuvio Rainbow ha organizzato un’iniziativa pubblica nella zona dove è avvenuta l’aggressione: ”Non possiamo tacere – spiegano i referenti di Pride Vesevio Rainbow – e per questo convochiamo associazioni, cittadini liberi e cittadine libere per giovedì 24 giugno alle 19.30, in via Settetermini, per esprimere vicinanza e solidarietà alle vittime, per condannare questa inaccettabile violenza. Non possiamo e non dobbiamo tacere, non accetteremo mai questo clima di terrore e violenza”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione: ”Alla giovane vittima di questa deplorevole vicenda, chiedo di avere il coraggio di farsi vivo. Troverà tutto il sostegno psicologico e sociale da parte del Comune e dei servizi sociali”.

Il primo cittadino parla di una ”città estremamente inclusiva, prova ne siano tra l’altro le diverse iniziative portate avanti con l’Arcigay. Dispiace che la vittima abbia preferito raccontare quest’episodio spiacevole ai giornali anziché rivolgersi alle autorità competenti. Ma sono certo che se si farà vivo, apprezzerà il supporto di una comunità molto inclusiva e che purtroppo si trova a dovere fare i conti con l’intolleranza di piccoli gruppi”.

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