Critica Bettini, sospeso segretario municipale Pd

La sede del Pd in piazza del Nazareno, Roma
La sede del Pd in piazza del Nazareno, Roma

ROMA. – E’ stato sospeso per un mese dal partito perché, usando parole ‘colorite’, su Facebook ha criticato il dirigente Goffredo Bettini e il suo sostegno all’asse Pd-M5s nella Capitale. Destinatario del cartellino rosso, il segretario Pd al municipio Balduina-Montemario, Enrico Sabri.

A decretare lo stop è stata la Commissione di garanzia del Pd romano. Il Nazareno, però, non ha gradito. Il responsabile Organizzazione della segreteria nazionale del Pd, Stefano Vaccari, ha infatti parlato di “provvedimento inopportuno”: i toni devono essere “moderati”, ha spiegato, ma “non ci può essere spazio per una censura travestita”.

La presidente della Commissione di garanzia del Pd Roma, Luiginia Chirizzi, ha spiegato che “la decisione” di sospendere Sabri “è basata esclusivamente sulle norme contenute nel Codice Etico e nello Statuto del Pd”: Sabri – ha aggiunto Chirizzi – ha violato “le più elementari regole del rispetto reciproco che stanno alla base della nostra comunità politica”.

Queste alcune delle frasi rivolte a Bettini che, secondo Chirizzi, sono costate la sospensione a Sabri: “Penso sia una delle pochissime volte che utilizzo il mio incarico qui” su Facebook “dove secondo me non è proprio. Ma te lo devo proprio dire da segretario municipale del Pd di Roma, arrogandomi il diritto di parlare anche a nome dei poveri compagni delle altre città: ‘Hai rotto il cazzo'”.

In mattinata, però, era circolata una versione edulcorata: “Goffredo Bettini, mi hai un pochino scocciato”. Sia come sia, “teniamo a precisare – ha spiegato Chirizzi – che tale provvedimento di sospensione, comminata al minimo, non pregiudica in alcun modo la possibilità di votare alle primarie del 20 giugno da parte del Segretario”.

La vicenda ha dato occasione al leader di Azione e candidato sindaco di Roma, Carlo Calenda, di commentare sarcastico: “Come ho spesso ripetuto, Bettini controlla ancora il Pd romano. Un provvedimento degno della Romania di Ceausescu”.

(Di Giampaolo Grassi/ANSA)

Lascia un commento