Decreto Trasporti, da materie prime a parcheggi rosa

Una fermata di autobus alla stazione Termini, Roma.
Una fermata di autobus alla stazione Termini, Roma. (ANGELO CARCONI/ANSA)

ROMA.  – Paracadute contro i rincari delle materie prime ma anche parcheggi rosa per le neomamme e appositi spazi anche per le auto elettriche. E poi sicurezza delle infrastrutture per l’acqua, norme per ferrovie e autostrade, stretta sulla manutenzione di tram, filobus ma anche seggiovie e funivie.

Sono solo alcune delle novità in arrivo con il decreto Trasporti messo a punto dal Mims, che si potrebbe trasformare in un maxi-decreto omnibus accogliendo, ad esempio, anche interventi del ministero della Transizione ecologica.

Il provvedimento potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri domani o al massimo sabato per avere un via libera in tempi rapidi altrimenti potrebbe slittare a fine mese, vista la fitta agenda internazionale del premier Mario Draghi.

Dopo i rincari delle materie prime il governo delinea misure per attutire l’impatto su chi ha già vinto appalti: in caso di oscillazioni oltre l’8% dei prezzi, a inizio del prossimo anno arriveranno compensazioni sulla base di apposita domanda da parte delle imprese. Ma il decreto prevede anche un intervento per la sicurezza del Tpl con multe da 20mila a 100mila euro per le imprese che non facciano manutenzione sugli “impianti fissi”, come appunto metropolitane, tranvie, seggiovie o sistemi di risalita come le funiculari.

Arrivano anche una serie di integrazioni al Codice della mstrada aggiungendo all’elenco dei posti dedicati per il mparcheggio quelli per gli scuolabus, anche solo in determinate mfasce orarie, o per car sharing e auto elettriche. Ed entrano nel Codice anche i parcheggi rosa per le donne in gravidanza o le neomamme con i figli fino a due anni, che saranno munite di mapposito contrassegno rilasciato dai Comuni. Previste anche mmulte salate per i motorini o le auto che utilizzeranno gli spazi senza avere il pass.

Arrivano anche una serie di misure per accelerare l’uso del Fondo complementare al Recovery Plan per gli interventi del Mims, mentre il decreto che istituisce il Fondone è ancora fermo in commissione Bilancio al Senato: dopo una serie di riunioni – e qualche tensione tra governo e maggioranza – si è arrivati a una intesa per un pacchetto di modifiche che impegnerà circa 700 milioni, a valere sui Fondi di sviluppo e coesione ma con precisi paletti, come il rispetto delle quote previste per l’Fsc (80% al Sud, 20% al Nord).

Si tratterà, in sostanza, di un preimpegno sui progetti Fsc – coerenti anche con il Piano di ripresa e resilienza – che sarà sottoposto poi a un successivo via libera del Cipess e i dovuti passaggi con le Regioni.

I partiti indicheranno i progetti prioritari che vanno dalla rigenerazione per i Comuni tra 50mila e 200mila abitanti (per circa 280 milioni), all’abbattimento delle polveri sottili della pianura Padana, dal rinnovo delle flotte navali per i collegamenti sullo Stretto di Messina alla connnettività delle scuole fino alla ricoversione di piattaforme off shore a Ravenna in parco eolico.

(di Silvia Gasparetto/ANSA).

Lascia un commento