Bankitalia alza ancora le stime, Pil 2021 al 5%

Operaio al lavoro in industria metalmeccanica.
Operaio al lavoro in industria metalmeccanica.

ROMA. – Bankitalia torna ad alzare la stima di crescita per l’economia italiana: ora sarà del 4,9-5%, in un quadro migliorato grazie alle vaccinazioni, ai due decreti sostegni e ai chiarimenti sul recovery. Con un caveat: lo scenario, 4,5% nel 2022 e 2,3% nel 2023, è “fortemente dipendente dall’efficacia delle misure di sostegno e rilancio finanziate col bilancio nazionale e con i fondi europei”.

L’accento su quanto giocheranno, per questa ripresa a ritmo da dopoguerra, investimenti “senza significativi ritardi” è forte, nelle Proiezioni macroeconomiche per l’economia italiana di Via Nazionale. Al punto che agli effetti di un Pnrr efficace Bankitalia attribuisce un +2% di crescita cumulata nel trienio in esame, lo stesso “boost” che arriverà dalle misure di bilancio.

La revisione al rialzo arriva a pochi giorni da quando – alle considerazioni finali del 31 maggio – il Governatore Ignazio mVisco aveva ‘promosso’ la crescita a oltre il 4%. Ora  le previsioni di Bankitalia sono fra le più ottimistiche sul Pil 2021, oltre quelle dell’Istat (4,7%) e sui livelli evocati dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

In pochi giorni, a innescare la revisioni sono stati proprio i dati dell’Istat del 1° giugno: la stima “flash” (preliminare) di un calo del Pil dello 0,4% nel primo trimestre è mutata in un’espansione dello 0,1%. Significa – spiega Bankitalia – “una crescita già acquisita nell’anno in corso superiore di oltre mezzo punto percentuale” rispetto al 4,4% che si basava su quella stima flash.

Sarà crescita largamente trainata dagli investimenti, da qui l’accento sulla massima efficacia e velocità, e poi dall’export: “i consumi tornano a crescere in modo più graduale”, spiega Bankitalia, e così anche il turismo. I dati di Bankitalia arrivano nell’ambito delle Macroeconomic Projections pubblicate ieri dalla Bce: per la prima volta da decenni l’Italia – con la spinta del recovery e di un’espansione di bilancio e monetaria senza precedenti – supererebbe la crescita della zona euro (4,7%).

(di Domenico Conti/ANSA)

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