Colombia: proteste, nuova giornata di mobilitazione

Un gruppo di indigeni presidia un blocco stradale durante le proteste in Colombia.
Un gruppo di indigeni presidia un blocco stradale durante le proteste in Colombia. (Ansalatina)

BOGOTA. – La Colombia vivrà oggi una nuova giornata di mobilitazione su tutto il territorio nazionale promossa dal Comitato nazionale di sciopero (Cnp) dopo la sospensione, avvenuta domenica, del dialogo con il governo sulle garanzie del rispetto dei diritti umani durante le manifestazioni.

Il Cnp ha indetto la nuova protesta mentre è presente nel Paese una missione della Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh) dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) che sta tenendo molteplici contatti con il governo e con gli organizzatori dello sciopero.

La Cidh ha l’obiettivo di verificare a Bogotà, Cali, Popayán e Tuluá, la sostanza delle denunce presentate sull’uso sproporzionato della forza  da parte della polizia e su molteplici violazioni dei diritti umani dal 28 aprile scorso, quando è cominciata l’ondata di proteste.

Secondo Blu Radio di Bogotà, cortei e blocchi stradali sono previsti oggi, oltre che nella capitale, anche a  Antioquia, Medellín , Cartagena , Barranquilla, Bucaramanga e Cartagena.

Intanto, Human Rights Watch ha denunciato oggi in una nota che “membri della polizia nazionale colombiana hanno commesso gravi abusi contro manifestanti per lo più pacifici durante le proteste iniziate nell’aprile 2021”, sottolineando che il governo colombiano “dovrebbe adottare misure urgenti per proteggere i diritti umani e avviare una profonda riforma della polizia per garantire che gli agenti rispettino il diritto alla riunione pacifica e che i responsabili degli abusi siano assicurati alla giustizia”.

Human Rights Watch ha ricevuto attraverso le organizzazioni locali “denunce credibili di 68 morti avvenute dall’inizio delle proteste”, e “confermato che 34 di queste morti sono avvenute nel contesto delle proteste, comprese quelle di due agenti di polizia, un investigatore giudiziario e 31 manifestanti o passanti, di cui almeno 20 sembrano essere stati uccisi da agenti di polizia”.

Il 28 aprile “migliaia di persone sono scese in piazza in decine di città della Colombia per protestare contro un progetto di riforma fiscale. Il governo ha ritirato la proposta pochi giorni dopo, ma le manifestazioni sono continuate per ragioni tra cui la disuguaglianza economica, la violenza della polizia, la disoccupazione e la mancanza di servizi pubblici adeguati”, spiega Hrw.

“Gli agenti di polizia hanno ripetutamente disperso arbitrariamente manifestazioni pacifiche e hanno usato una forza eccessiva e spesso brutale, compreso l’uso di munizioni letali. Human Rights Watch ha documentato numerosi decessi commessi direttamente da agenti di polizia, nonché percosse violente, abusi sessuali e detenzioni arbitrarie di manifestanti e passanti”, scrive l’organizzazione.

“Le violazioni dei diritti umani commesse dalla polizia colombiana non sono episodi isolati di agenti indisciplinati, ma il risultato di profondi cedimenti strutturali”, ha affermato José Miguel Vivanco, direttore per le Americhe di Human Rights Watch. “È necessaria una seria riforma per separare chiaramente la polizia dalle forze militari e garantire un’adeguata supervisione e responsabilità per evitare che questi abusi si ripetano o restino impuniti”.

Le autorità colombiane “devono condurre indagini tempestive, indipendenti e rigorose su tutti i casi di abusi della polizia e altri gravi atti di violenza, anche da parte di uomini armati in borghese che hanno attaccato i manifestanti”, chiede Human Rights Watch. “Dovrebbero anche indagare sugli agenti di polizia che potrebbero aver mancato al loro dovere di proteggere i manifestanti da attacchi armati da parte di alcuni individui”.