Fmi: la ripresa dell’Italia è robusta, pil arriva a piú 4,3%

Uno stabilimento tessile
Uno stabilimento tessile

NEW YORK. – L’Italia riparte. Grazie alle vaccinazioni, la ripresa economica si presenta “robusta” nel 2021 con il pil che si spinge fino al +4,3%, per poi attestarsi al +4% nel 2022. Il Fondo Monetario Internazionale certifica, al termine delle consultazioni per l’Article Iv,  la ripartenza del Belpaese e invita le autorità a lasciare in piedi gli aiuti messi in campo fino a quando la ripresa non sarà decollata.

Segnali di miglioramento si colgono in molti settori. L’indice Pmi servizi, che monitora l’andamento del comparto, è salito in maggio sopra le attese degli analisti a 53,1, segnalando il ritorno sopra quota 50, spartiacque fra crescita e contrazione economica. Sul fronte dell’industria, il Centro Studi di Confindustria nota un recupero della produzione in aprile e maggio e soprattutto un crescente ottimismo fra le imprese.

L’indice di fiducia è infatti salito ai massimi dall’autunno 2017 e le scorte basse e la domanda in accelerazione segnalano ulteriori recuperi di attività anche nei mesi estivi. Nonostante il susseguirsi di indicazioni positive, economiche e sanitarie con il rallentamento dei contagi e delle ospedalizzazioni, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi invita alla cautela sul fronte sanitario.

“Non dobbiamo abbassare la guardia: la sensazione diffusa che si evince è che il peggio sia passato, ma io penso invece che giugno e luglio saranno due mesi fondamentali nella lotta al Covid”, dice consapevole che dalla lotta al virus dipende la ripresa economica.

Sulla stessa linea il Fmi che, pur rivedendo al rialzo le stime di crescita dell’Italia per il 2021 e 2022 dal precedente +4,2% e +3,6%, osserva: “l’incertezza rimane” e l’outlook economico del paese dipende “dall’andamento della pandemia, dall’entità dei cambi strutturali che produrrà ma anche dall’efficacia delle politiche economiche e sanitarie”.

Il Fondo mette quindi in guardia sul rischio di cicatrici economiche di lungo termine “considerevoli” citando fra i rischi la “velocità a cui il virus sarà sconfitto” ma anche il mantenimento di condizioni finanziarie favorevoli e l’adeguata attuazione del Recovery Plan, oltre allo slancio politico per le riforme strutturali. ”

Se questi rischi di lungo termine si materializzassero, si potrebbero esacerbare le debolezze dell’elevato debito pubblico”, avverte il Fmi prevedendo per quest’anno un deficit all’11,8% con un debito pubblico al 159,9%, in peggioramento rispetto alle stime di giugno quando aveva ipotizzato un debito al 157,1% e un deficit all’8,8%.

Il Fmi raccomanda all’Italia di continuare a usare la politica di bilancio per fare da cuscinetto agli effetti della mpandemia “tramite misure temporanee mirate, insieme a un mcredibile piano per una significativa riduzione del debito mpubblico nel medio termine”.

Lodando le misure messe in campo mcontro il Covid perché hanno aiutato a preservare la struttura mdell’economia, gli esperti di Washington invitano comunque a fare attenzione: potrebbero infatti aver mascherato l’entità delle debolezze finanziarie delle aziende e quelle del mercato del lavoro. Su quest’ultimo fronte il Fondo nota come “la rotazione sul mercato del lavoro dovrebbe riprendere una volta che la crisi sanitaria è arretrata e il divieto dei licenziamenti è eliminato gradualmente.

Ampi programmi di riqualificazione insieme a riforme del mercato del lavoro e a reti di protezione sociale rafforzate saranno essenziali per maumentare la produttività e portare più donne e giovani nella mforza lavoro”. L’attenzione infine va tenuta alta anche sul sistema finanziario che, pur essendosi mostrato “resiliente”, ha – osserva il Fmi – ratio di non performing loan sopra la media dell’area euro oltre a un’elevata esposizione al debito sovrano dell’Italia.

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